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giovedì 5 novembre 2009

Salvate il lavavetri Kadir

Amara Lakhous è uno scrittore nato ad Algeri nel 1970. Vive a Roma dal 1995.

Il giorno prima dell’entrata in vigore dell’ordinanza antilavavetri del comune di Roma, sono partito in missione con due amici. Obiettivo: salvare il lavavetri Kadir. Volevamo avvertire il nostro amico bengalese dei possibili guai che poteva avere con i vigili urbani e, soprattutto, volevamo risparmiargli una multa da cento euro se fosse stato trovato ancora una volta ai semafori. Per fortuna, qualcuno ci aveva preceduto.

L’abbiamo trovato un po’ su di giri e siamo andati con lui a prendere un caffè al bar. Kadir era sempre il solito, ironico e ottimista. “Amici”, ci ha detto, “è cominciata la stagione della caccia. L’anno scorso ce l’avevano con i bambini rom, quest’anno con i lavavetri, l’anno prossimo non si sa”.

Kadir è sulla trentina e vive a Roma da una decina d’anni. È un lavoratore instancabile. La mattina vende l’aglio al mercato, la sera i fiori nei ristoranti di San Lorenzo e nei giorni di pioggia gli ombrelli. Inoltre, nel tardo pomeriggio lava i vetri delle macchine ai semafori. Ogni mese riesce a mandare in Bangladesh 150 euro per mantenere la famiglia. È sposato e ha quattro figli. Paga altri 250 euro mensili per un posto letto in un appartamento con altri connazionali. Tuttavia, continua a coltivare il sogno di aprire un negozio di alimentari.

“Sono altri i problemi di questa città”, ci ha spiegato Kadir. “Il traffico, la mancanza di parcheggi, i cantieri che rimangono aperti per mesi, le buche nell’asfalto…”. Ma il sindaco Gianni Alemanno sembra pensarla diversamente perché ha deciso di puntare sulla “lotta al degrado” per garantire “una migliore vivibilità per i cittadini”.

Prima di salutarci, Kadir ci ha detto che per il momento sospenderà la sua attività di lavavetri. Bisogna lasciare che la tempesta passi, sapendo che poi tutto tornerà come prima. Per ora, è meglio non dare troppo nell’occhio. Amara Lakhous

da Internazionale

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