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martedì 3 novembre 2009

La messa è finita


di Gianluca Carmosino
Migliaia di persone hanno partecipato all'ultima messa di Alessandro Santoro alle Piagge. Tra le lacrime, Alessandro ha trovato il modo e le parole per ringraziare tutti gli abitanti del quartiere e perfino Carta.

Più di 1.200 persone, tra loro anche molti non credenti, migranti, rom e alcune persone provenienti da fuori Firenze, hanno partecipato domenica 1 novembre dalle 11 alle 14 all’ultima messa di don Alessandro Santoro presso la comunità delle Piagge. Una celebrazione commovente, nella quale rabbia e gratitudine si sono alternati negli interventi e nelle preghiere.Tutti, in diverso modo, hanno fatto capire che, nonostante il provvedimento del vescovo Giuseppe Betori contro don Santoro [che il 26 ottobre ha «celebrato» il matrimonio di Sandra, una donna nata uomo], il laboratorio delle Piagge, non si ferma.
Ieri alle 15 si svolto il tradizionale doposcuola per i bambini e i ragazzi delle elementari e delle medie. I più grandi hanno partecipato invece dalle 15 in poi al Progetto Rete, dedicato all’accompagnamento degli adolescenti nelle delicate scelte della loro età. Alle 17 i volontari dell’associazione Il Muretto hanno aperto le porte del centro sociale Il Pozzo ai migranti che abitano nel quartiere per portare avanti la scuola di italiano. In serata, come ogni lunedì, c’è anche la scuola informale per gli adulti, per dare la possibilità di leggere e scrivere alle tante persone analfabete del quartiere.
Continua intanto l’invio e la raccolta dei messaggi di solidarietà alla Comunità da parte di centinaia di persone. Nell’ultimo giorno, e solo sul sito della Comunità www.altracitta.org, sono stati raccolti oltre quattrocento messaggi mentre altre centinaia sono arrivati all’indirizzo di posta elettronica ilmuretto@libero.it e presso la redazione di Carta. Altre 700 persone hanno firmato domenica, dopo la messa, l’appello per far restare Alessandro alle Piagge.
Domani, martedì, parte inoltre il digiuno a staffetta sotto la Curia in Piazza Duomo, quala forma di resistenza nonviolenta nei confronti della decisione del vescovo Giuseppe Betori di esiliare Alessandro Santoro in un limbo umano [è stato il vescovo, con tutta la sua arroganza, a usare queste parole].
Domenica Alessandro, tra le lacrime, durante l’omelia ha detto che se tornasse indietro rifarebbe tutte le scelte fatte, anche la «celebrazione» del matrimonio di Sandra, donna nata in un corpo di uomo, «perché non si può dire no all’amore, perché questa è l’unica legge, scritta nel Vangelo, l’unica alla quale sento di dovere obbedienza assoluta». «È questo lo scandalo di cui parla il vescovo – ha detto Alessandro – l’amore incondizionato per l’esistenza umana? Non ho mai insegnato i dieci comandamenti ai bambini – ha poi aggiunto -, perché suonano come divieti. Per spiegare loro la grandezza di Gesù, preferisco parlare del discorso della montagna, delle beatitudini di cui oggi ci parla il Vangelo. Dalla montagna si vede la folla, si vedono i volti delle persone, si può parlare con loro riconoscendosi in loro. E le beatitudini ti dicono non cosa non fare, ma cosa è giusto e bello fare per vivere in pienezza il messaggio di Cristo. Ed essere beati già qui sulla terra, perché anche nell’inferno bisogna fare spazio per il paradiso».
Alessandro ha anche spiegato che ora vuole obbedire a un provvedimento che non condivide, «ma se mi opponessi a pagarne le conseguenze sarebbe tutta la comunità», prima di ringraziare tutte le persone del quartiere «che mi hanno aiutato in questi anni a diventare uomo» e a scoprire che il mondo si può cambiare dal basso. Infine, ha citato le città invisibili di Italo Calvino, ma anche Luigi Pintor, Gandhi e Carta, che in questi anni lo hanno aiutato a guardare le cose da punti di vista differenti.
Da ultimo, con le note di alcune canzone di De Andrè e Gaber, Alessandro ha chiesto un favore alla sua gente: «Voglio la vostra benedizione – ha detto alla Comunità – Voi che siete stati i volti della mia famiglia, venite qui e benedicetemi, con la mano sulla testa, con il vostro abbraccio».
Nel pomeriggio molte persone sono rimaste per conoscere meglio le diverse attività promosse alle Piagge e per salutare Alessandro.

da Carta

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