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venerdì 6 novembre 2009

La Guantánamo australiana


Poco prima del Natale scorso il governo di Canberra ha aperto un centro di detenzione per rifugiati a Christmas Island, un’isola di 135 chilometri quadrati nell’oceano Pacifico, a 1.600 chilometri dalle coste australiane. Gli immigrati, per lo più richiedenti asilo politico, arrivano con precarie imbarcazioni, vengono recuperati in mare e portati direttamente sull’isola.

“Settantamila euro per portare in salvo la propria famiglia, da Teheran attraverso Malesia e Indonesia e poi undici giorni in mare per arrivare in Australia e chiedere asilo politico”: il New York Times racconta la storia di un iraniano, che chiede di rimanere anonimo. Adesso si trova nella piccolissima Christmas Island, insieme a molti altri richiedenti asilo. Anche se è attivo da meno di un anno, il centro ha già quasi esaurito i suoi 1.200 posti.

I barconi pieni di rifugiati sembrano essere una delle più grandi paure degli australiani e il centro di detenzione in un’isola sperduta del Pacifico in effetti simboleggia bene questa paura e il tentativo di tenerla il più lontano possibile. Anche a costo di spendere 370 milioni di dollari per costruirlo.

I difensori dei rifugiati e anche la stessa Commissione per i diritti umani del governo paragonano Christmas Island a Guantánamo o alle storiche isole-prigioni australiane. La Commissione ritiene la struttura “eccessiva e inappropriata per la sistemazione dei richiedenti asilo” e Charlene Thompson, un’assistente sociale che si occupa di queste persone, afferma con sicurezza che “è una prigione di massima sicurezza in cui i richiedenti asilo sono trattati come criminali”.

L’immigrazione in Australia è gestita, da entrambe le parti politiche, in maniera abbastanza univoca: i rifugiati vengono isolati per dare ai cittadini australiani l’idea di un estremo rigore su una questione così delicata per l’opinione pubblica. Questa scelta, data la distanza di Christmas Island dal continente, implica dei costi altissimi per la gestione del centro ma pone soprattutto delle importanti questioni a livello etico.

da Internazionale

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