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venerdì 23 ottobre 2009

….si rischia di finire peggio!

Il congresso del Pd a Nardò
UN RESOCONTO CRITICO




di Genoveffa Giuri

Sebbene il circolo del Pd di Nardò annoveri 730 iscritti, i lavori congressuali, che si sono svolti il 28 settembre nella Sala Roma, hanno visto una scarsa partecipazione, cresciuta solo al momento del voto(i votanti sono stati 414), quando ormai le mozioni erano state presentate e il dibattito si era concluso. Secondo Carlo Salvemini, che ha presentato la mozione Marino, Nardò si è distinta in positivo dal momento che in altri circoli della provincia si sono registrate presenze anche più ridotte.
Un dato quello sulla partecipazione che avrebbe dovuto indurre a una riflessione. Le ragioni che lo giustificano non mancano, a partire dagli scandali che hanno coinvolto esponenti di spicco del partito nella regione, senza tacere lo sconcerto suscitato dalle scelte fatte, a livello locale, rispetto alla crisi che ha interessato l’Amministrazione comunale.
Il Congresso aveva il fine di dibattere sul modello di partito da costruire a partire dalla discussione delle tre mozioni dei candidati alla segreteria nazionale, e cioè di Bersani, Franceschini e Marino a cui rispettivamente sono state collegate per la regione quelle di Blasi, Minervini e Fusco. Per la segreteria regionale Michele Emiliano ha presentato la sua candidatura autonoma. Già prima dell’avvio dei lavori congressuali si potevano rilevare idee diverse di partito da mettere in cantiere. La stessa complessità dello statuto è stata letta come espressionedella confusione che a tale proposito è presente tra chi vuole ricreare un partito di tipo socialdemocratico e chi invece tende verso nuove sperimentazioni.L’idea forte che sin dall’inizio è stata lanciata è quella dell’apertura alla società civile, alla partecipazione de-gli iscritti e dei simpatizzanti. Oggi si discute se il Pd debba essere il partito degli iscritti o degli elettori. Finora possiamo dire che è stato il partito degli apparati.
La partecipazione tanto auspicata è diventata una parola vuota o un fatto emotivo ed occasionale. Per questo non è ammissibile che venga ripropo-sta senza prima aver avanzato una seria autocritica sui passi che fino a questo momento sono stati compiuti. L’autocritica è mancata o comunque è apparsa molto velata nella presentazione della mozione Bersani da parte dell’onorevole Teresa Bellanova. Riproporre parole d’ordine già sentite e già svuotate di significato ci è sembra-ta un’operazione di rimozione dei pro-blemi che, proprio perché rimossi, non possono che giacere insoluti. Come ottenere il coinvolgimento attivo e il radicamento nel territorio?Se non si indicano le strategie è inutile riparlar-ne anche perché tale coinvolgimento, predicato ed invocato, abbiamo avuto il sentore che sia stato osteggiato. Un discorso, dunque, che riduce il Con-gresso a un rito esteriore simile ad altri discorsi che abbiamo ascoltato a Lec-ce in occasione del Congresso provin-ciale. Non è certo con la retorica che possiamo cambiare la realtà dei fatti.Di tutt’altro tono il discorso di Flavio Fasano, che, presentando la mozione Franceschini, ha denunciato pratiche diffuse che stravolgono la partecipa-zione democratica e ha sottolineato l’urgenza di un ricambio della classe dirigente e la necessità di piegare le resistenze di chi non vuole cedere, di chi vuole perpetuare se stesso.
Anche Carlo Salvemini ha messo in luce i limiti che hanno impedito una vita democratica al partito e ha pre-sentato Ignazio Marino come la vera novità che può portare ad una svolta positiva in quanto è l’unico candidato che proviene dalla società civile e non ha, dunque, posizioni di potere da difendere.
Dobbiamo aggiungere che le stesse liste che si richiamano alla mozione Marino sono costituite da candidate e candidati che hanno le stesse caratte-ristiche.
La mozione Emiliano alla segreteria regionale, presentata da Daniele Parisi, esponente dei giovani democratici di Nardò, costituisce un’alternativa a logiche che, come ha spiegato lo stesso Emiliano in un successivo incontro al Chiostro di Sant’Antonio, fanno delle candidature locali o regionali pedine nei giochi tra i maggiorenti del partito a livello nazionale. Gli interventi che sono venuti dalle file di Costruire insieme hanno suscitato le reazioni dell’onorevole Bellanova. Lo spirito comune che ha animato tali interventi è stato quello della denuncia delle contraddizioni tra i proclami verbali e le pratiche politiche perseguite. In particolare Rina Calignano, dopo aver rilevato gli aspetti che accomunano le mozioni, si è interrogata su quali persone possono poi sostenerle coerentemente. La differenza principale è, allora, costituita dalla composizione delle liste di sostegno alle mozioni stesse. Da questo punto di vista solo la mozione Marino può rivendicare, come rilevato da Carlo Salvemini, un’effettiva novità rispetto ai vecchi apparati. La differenza è sostanziale e non si giustifica come semplice smania del nuovo. Non è chi è stato già responsabile dei guasti attuali che può rimediare e dare inizio a un nuovo corso, soprattutto quando con i fatti dimostra di voler mantenere lo status quo.
Non era nostra intenzione spostare sulle questioni locali i lavori del Congresso, come invece ha sostenuto l’onorevole Bellanova, ma, intervenendo sull’esperienza del circolo di Nardò e mettendola in relazione con le esperienze di carattere nazionale, abbiamo inteso fornire uno strumento di autoanalisi utile per correggere la rotta. Denunciando ancora una volta l’autoreferenzialità di chi decide(come nel caso della crisi amministrativa) senza tener conto non della totalità degli iscritti, ma addirittura del coordinamento cittadino, che ormai non viene più convocato, abbiamo voluto dimostrare che il partito non è una realtà metafisica e astratta, non si de-finisce a tavolino e sono, invece, le realtà concrete che lo caratterizzano.
Riteniamo che l’autoreferenzialità, la mancanza di un controllo democrati-co e la questione morale nascondano dei nessi inestricabili che non possono essere ignorati. Adesso ci aspettiamo che l’assemblea, che tante volte abbiamo richiesto, possa finalmente essere convocata grazie all’impegno esplicito assunto da Dario De Filippi della segreteria provinciale.Il nostro contributo al congresso, in vista delle primarie del 25 ottobre, proseguirà con la candidatura di Rina Calignano per l’Assemblea nazionale nella lista legata alla mozione Marino.
Per la regione appoggiamo, insieme ai Giovani democratici, Michele Emi-liano, a cui ci sentiamo di accordare fiducia tanto che alcuni di noi sono candidati nella lista che lo sostiene.
(Rocco Luci, Genoveffa Giuri e Grazia D’Adamo).

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