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giovedì 1 ottobre 2009

Nucleare in Italia: Popolo sovrano?


Il popolo italiano il nucleare non lo vuole, come ha già dimostrato con il referendum abrogativo del 1987, ma il Governo che “ci rappresenta” sì. E quindi, per dirla in modo franco, ce lo dobbiamo “assuppare”. Con le buone o con le cattive.

Non ha problemi di sfacciataggine il nostro Eminente Ministro per lo Sviluppo Economico, che si è dimostrato profondamente amareggiato perché alcune Regioni hanno presentato ricorso alla Corte Costituzionale contro l’ennesima legge porcata. Quella sullo Sviluppo, che recita più o meno così: cerchiamo un’intesa con gli enti territoriali per collocare nuovi impianti nucleari, nel caso non dovessimo raggiungerla decidiamo noi. Cioè loro. Quelli che ancora non hanno pensato a come smantellare le centrali spente proprio dopo il referendum, quindi più di vent’anni fa. Né tantomeno a dove mettere i rifiuti e le scorie ancora stipati lì dentro con il tutto il loro carico di morte, come ha dimostrato un’inchiesta di Sigfrido Ranucci su “Report”, una delle trasmissioni che non si vorrebbe più mandare in onda. Che faremo con le scorie vecchie e nuove, le nasconderemo in fondo al mare?
“Se la Corte desse ragione al Governo – ha detto oggi Scajola a margine della firma dell’accordo di collaborazione nucleare con gli Usa – sarebbe una doppia legittimazione. Se ci dà torto ci può suggerire delle modifiche legislative”. E quindi “se anche la Corte intervenisse, il nostro percorso sarebbe quello di definire i criteri per dire dove non si possono costruire le centrali”.
Poi ha sottolineato: "Non intendiamo tornare al nucleare costruendo centrali contro qualcuno. E' evidente che cercheremo la massima collaborazione con il territorio e le Regioni”. Però attenti! “Nella legge Sviluppo c'è uno strumento forte, secondo il quale le centrali sono siti di interesse strategico per il Paese. Mi auguro che non debba essere usato, ma laddove ci fosse il veto del territorio, l'interesse generale del Paese deve prevalere”.
Lo strumento forte, in situazioni estreme, è l’utilizzo dei militari come mezzo per mantenere il controllo dell’ordine pubblico.
Non c’è che dire Ministro: una bella lezione di Democrazia!

da AntimafiaDuemila

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