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martedì 20 ottobre 2009

INFORMAZIONE: VENDOLA, NOSTRO PAESE SU CRINALE PERICOLOSO

(ANSA) -BARI- "Il nostro Paese, lo dicono indicatori oggettivi di carattere internazionale, credo che sia su un crinale un po' pericoloso". Lo ha sostenuto il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, a proposito del dibattito in corso sulla libertà di informazione nel nostro Paese.

Rispondendo ad una domanda dell'ANSA, a margine di un convegno organizzato a Bari sulla comunicazione tra Pubblica Amministrazione e cittadini, Vendola ha detto: "Il più importante poeta del mondo latino, Catullo, sarebbe finito in galera se fosse vissuto nell'Italia di oggi perché Catullo ha dedicato a Giulio Cesare poesie in confronto alle quali la satira di Vauro o della Dandini sono acqua fresca".


"Eppure Catullo - ha aggiunto - era in epoche meno recenti capace di fare ciò che si deve sempre poter fare: esprimere una critica del potere costituito, talvolta in forma ironica, talvolta in forma documentata e dentro la cultura dell'inchiesta". "Viviamo un'epoca - ha continuato Vendola - in cui sia la censura sia l'autocensura, sia l'uso dell'informazione con finalità esplicitamente minatorie pongono dilemmi e problemi molto seri ai cittadini e alla politica".

Ciò che è accaduto al giudice Misiano - secondo Vendola - "non ha niente a che fare con le regole del pluralismo, del diritto di critica o del diritto di cronaca perché spiare un cittadino che fa correttamente la coda, cosa che per molti potenti non è neanche pensabile, mentre deve andare dal barbiere e mettere a fuoco gli atteggiamenti più privati per trarne il ritratto di una stranezza antropologica, per dire 'ma puo' essere quello che si mette i calzini turchesi, che cammina in quella maniera, uno che condanna l'uomo più potente d'Italia a pagare 750milioni di euro di multa?' non è informazione, questa è una forma neanche tanto dolce di killeraggio".

"Ci sono giornalisti - ha continuato Vendola - che vivono il mestiere in maniera abbastanza abbastanza ribalda, in maniera, non voglio dire 'corsara' perché i corsari rischiavano molto, come un servizio sporco nei confronti del potente a cui stanno offrendo i propri servigi. Io sono molto spaventato di questo". "Abbiamo visto - ha ricordato - il caso Boffo, che cosa significa esercitarsi come in un poligono di tiro contro una persona, contro la sua vita privata, la sua privacy". "E sono molto spaventato - ha concluso Vendola - di fronte a qualunque possibile censura e autocensura, perché si può invocare il restringimento degli spazi del diritto di critica o del diritto di sberleffo anche con l'obiettivo di produrre un codice di autocensura". (ANSA).

ANSA Valle d'Aosta

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