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giovedì 22 ottobre 2009

Il giovanilismo e la guerra delle generazioni

Esiste un popolo in Italia oggi, abusato, che lotta per la sua determinazione e per la riscossione dei sui diritti?
ESISTE questo popolo. E’ quello preso dalle crisi di occupazione, precarizzazione e incognite di ogni tipo: è l’ universo mondo dei GIOVANI.
Ogni determinismo è guidato da una presa di COSCIENZA.
Questa coscienza ci indica che occorre CULTURA, CONOSCENZA e CONSAPEVOLEZZA per agire verso il bene di una società.
Occorre una coscienza della CLASSE DEI GIOVANI capace di contrastare l’ egemonia culturale della barbarie prodotta dal berlusconismo e dalle destre (oltre che dalla tracimazione della marcia Prima Repubblica nella finta Seconda Repubblica ) .
Per cambiare gli organi istituzionali a livello centrale bisogna costituire IDENTITA’ e FORME DELLA RAPPRESENTANZA a livello LOCALE.
Dal proletariato storico si passa al PRECARIATO ( poiché la natalità è minacciata da variabili micro e macro della globalizzazione e da un mix di politiche antimeridionaliste che da secoli vengono perpetrate ad arte) perché la prole è già prerogativa indifendibile, specie per un giovane del sud.


Definizione degli obiettivi e metodi di lotta sono in una aperta fase costituente ed è tutta l’ Italia ad essere attraversata e squarciata nei suoi territori da lotte per il possesso della giurisprudenza di beni comuni e collettivi: terra, ambiente, flora, fauna, acqua, sole, vento…
Per sopravvivere dobbiamo incentrare gli investimenti sullo sfruttamento del sole, del vento, dell’ idrogeno,.. Dovranno liberarsi nuovi posti di lavoro nel campo delle energie rinnovabili e della terza rivoluzione industriale, del trattamento e smaltimento dei rifiuti, della riqualificazione urbanistica e della edilizia. Una vera conversione ci attende, ma come ogni rivoluzione essa non parte se non sospinta fortemente dalle forze sociali, dal popolo.
Da parte sua il popolo per andare incontro a scelte condivise deve essere popolo, cioè deve esser formato ed informato dei processi in atto e per partecipare deve riconoscersi negli altri come membro insostituibile di un tutto che veicola il destino delle umanità.
Da queste dispute dipende la possibilità di sopravvivenza di gran parte delle genti che abitano questa Italia.
Mi verrebbe da dire marxianamente : GIOVANI PRRECARI DI TUTTO IL MONDO UNITEVI!
Non è semplicemente uno slogan ma credo sia una necessità per resistere all’ erosione dei diritti che proviene da questa ondata nefasta conservatrice e globalizzatrice.
Con queste lotte fatte dai giovani precari, specie nel sud, una spinta moralizzatrice potrebbe definire una cultura nuova, quella altermondialista che come una manna purificatrice dai vari localismi periferici sappia risalire la china sino al cuore di questa nazione.
I giovani in un turbine di effetti dichiareranno guerra al mondo dei grandi che lottizza ed occupa ogni necessaria aspirazione dei primi.
Una guerra fra generazioni che sconquassi l’ ordine dato e apra le porte ad un socialismo nuovo, un SOCIALISMO VERDE, con forme di solidarietà mai esplorate prima d’ ora.
Eserciti di giovani volenterosi volontari torneranno nelle loro terre e occupandole e lavorandole daranno vita ad una riqualificazione delle realtà locali e comunitarie.
Dovranno fare leggi e riforme, la più importante di tutte la RIFORMA AGRARIA, dovranno combattere col mondo dei grandi fatto di capitalismo, di automobili, di internet, di televisioni, di giornali…; dovranno ora dare risposta con un’auto-organizzazione capillare che, quand’ anche con “ manu militari “ sappia invertire i ruoli di classe: chi oggi è vittima di questo sistema dovrà prendere inevitabilmente il posto di chi predatoriamente è classe dirigente.
Inevitabile è la lotta di classe per la nostra sopravvivenza e della umanità tutta.
E’tempo di fare i conti con la nostra realtà e rifiutare tutte le finzioni e alienazioni che quotidianamente ci propinano i grandi per affrontare finalmente il presente.
Se i giovani italiani e meridionali soprattutto, vogliono avere un avvenire devono ora diventare cittadini e trasformare le città e le comunità che vivranno in un nuovo mondo possibile.
I giovani devono fare politica e devono lottare per cambiarla, per abbattere la prerogativa dei vecchi ad occupare gli scranni parlamentari.
Appare ovvio che lo spazio fra la pazienza dei giovani e la strafottenza dei più grandi si stia dilatando sempre più e che non serviranno (o serviranno ancora a poco) i lavaggi di cervello di internet e televisione.
Come in altre parti del mondo anche noi grideremo la nostra rabbia per un futuro incerto e per un presente vissuto come totale smarrimento.
E’ la crisi delle crisi che bussa alle porte e coglie impreparate le famiglie: al punto in cui siamo le persone con un età anagrafica superiore ai 50 anni d’età non possono sentirsi esentati da un mea culpa generalizzato, devono altresì mantenere (o cercare di farlo ) un’ economia familiare gravata da una crisi senza precedenti e concedere ( o contendere ) la prerogativa parlamentare ad un gran numero di giovani.
L’ accesso alle cariche pubbliche è ineludibile per cambiare rotta e dare un diverso impulso ed indirizzo politico alla società tutta.
Noi di scelte scellerate non possiamo più subirne.

Angelo Cleopazzo

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