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venerdì 2 ottobre 2009

Birmania, confermati altri 18 mesi di arresti domiciliari per Aung San Suu Kyi


Questo impedirà al Premio Nobel per la pace di partecipare alle elezioni del prossimo anno

Aung San Suu Kyi, la leader dell'opposizione birmana, rimane agli arresti domiciliari. Lo ha deciso oggi un tribunale della giunta militare del Myanmar, respingendo il suo appello contro la sentenza con cui lo scorso agosto il premio Nobel per la pace è stata condannata ad altri 18 mesi di detenzione per aver violato i termini degli arresti domiciliari dopo che un cittadino statunitense (condannato ma poi rilasciato su pressione Usa) cercò di raggiungere a nuoto la sua abitazione. Una sentenza che ha lo scopo di impedire alla Suu Kyi, che ha trascorso agli arresti 14 degli ultimi 20 anni, di partecipare alle elezioni che la giunta militare si e' impegnata a convocare il prossimo anno.
"L'appello e' stato respinto, ma ci rivolgeremo alla Corte suprema" ha fatto sapere l'avvocato di Suu Kyi e portavoce della Lega nazionale per la democrazia, Nyan Win, dopo la bocciatura del tribunale di secondo grado. La prima condanna a tre anni di lavori forzati era stata convertita in un anno e mezzo di arresti domiciliari, stessa pena inflitta a due collaboratrici dell'attivista. Anche le due donne si sono viste respingere l'appello che avevano presentato.

da PeaceReporter

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