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venerdì 23 ottobre 2009

Afghanistan, la piaga dell'oppio


Esce il rapporto delle Nazioni Unite sul narcotraffico: la droga fa più morti della guerra ai talebani

A causa dell'oppio, in Afghanistan muore ogni anno un numero di persone cinque volte superiore a quello delle vittime di otto anni di guerra ai Talebani.

E' uno dei dati statistici contenuti nell'allarmante rapporto dell'Unodc (United Nation's Office on Drugs and Crime) pubblicato ieri. Rivelazioni che non sorprendono chi conosce il Paese, i traffici illeciti che vi si svolgono e le guerre che con l'oppio vengono finanziate. Un allarme lanciato in modo ciclico e puntualmente ignorato, quello dell'italiano Antonio Maria Costa, da sette anni alla guida dell'agenzia Onu per la lotta al narcotraffico: "La corruzione, l'illegalità e le frontiere prive di qualsiasi controllo determinano una situazione devastante, non solo per l'Afghanistan, ma per il mondo intero". Quindici milioni di tossicodipendenti, centomila morti all'anno, 65 miliardi di euro di profitto. I numeri parlano di un fenomeno globale quasi impossibile da contrastare, in un Paese che produce il 92 percento dell'oppio mondiale. Un grammo di eroina costa 3 dollari a Kabul, mentre nelle strade di Londra, Milano o Mosca il suo valore sale a trenta volte tanto. In Russia, il Paese più colpito dalla piaga del narcotraffico, muoiono 30 mila persone all'anno, più dei soldati dell'Unione Sovietica morti durante la campagna afgana del decennio '79-'89. "Per questo - spiega ancora Costa - sarebbe immensamente più efficace combattere il traffico di oppio alla fonte".

La produzione di oppio afgano è esplosa negli ultimi dieci anni, e nel 2009 ha raggiunto le 7 mila tonnellate. Nonostante l'eccesso di coltivazioni abbia fatto diminuire la produzione negli ultimi due anni, le scorte accumulate, più di 12 mila tonnellate, sono sufficienti per soddisfare la domanda dei prossimi due anni.

Ciò che preoccupa maggiormente Costa è l'impossibilità di contrastare tale traffico. "Solo il 2 percento di oppio viene confiscato ogni anno, contro il 36 percento della Colombia, ad esempio". L'appello è alla comunità internazionale, affinchè investa più risorse per arrestare un flusso di droga inarrestabile che passa per le rotte balcaniche ed euroasiatiche per raggiungere il mercato europeo, russo, indiano e cinese. "I Paesi amici dell'Afghanistan devono riconoscere certe verita' che, pur se insospette e sconvenienti, sono catastrofiche per tutti coloro che coltivano l'oppio, lo trafficano e soprattutto lo consumano. Tali scomode verità sono spesso il risultato di disattenzioni fatali".

La Russia ha accusato la Nato e le foze della coalizione in Afghanistan di non fare quasi nulla per combattere quella che l'agenzia antidroga di Mosca ha definito una 'minaccia alla sicurezza nazionale'. Un tema che è stato anche portato all'attenzione del presidente Barack Obama e del Segretario di Stato Hillary Clinton durante la loro recente visita a Mosca, senza che tuttavia l'incontro servisse a stemperare le tensioni tra i due Paesi in merito alla lotta contro il narcotraffico condotta dalle forze militari presenti in Afghanistan. Il capo dell'agenzia antidroga russa, Viktor Ivanonv, ha detto che esistono 180 cartelli della droga che controllano i traffici di eroina verso il suo Paese. "La maggior parte di questi - ha dichiarato - operano in aree sotto la responsabilità di Stati Uniti e Nato".

da PeaceReporter

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