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sabato 12 settembre 2009

Allarme

L’esibizione di Silvio Berlusconi nella conferenza stampa con Zapatero non è solo imbarazzante, è allarmante. Siamo governati da uno squilibrato, uno che di fronte alla stampa internazionale, infastidito da un evento che in Italia non capita quasi mai, ossia un giornalista che, come ha fatto il corrispondente del Pais, pone una domanda diretta, dice di se stesso: sono stato il miglior presidente del consiglio in 150 anni di storia dello Stato italiano. «E di gran lunga», aggiunge. Lasciamo stare la vicenda del «giro di prostituzione», come lo ha definito il giornalista del quotidiano spagnolo, cosa per la quale Berlusconi non è penalmente responsabile, ha precisato il procuratore di Bari, ma di sicuro è colpevole eticamente e dal punto di vista della pulizia che una figura pubblica dovrebbe esibire, per non parlare del «narcisismo», come ha scritto la ex moglie Veronica Lario, di un anziano convinto di sedurre ragazze giovanissime solo con il suo fascino.
La questione è molto più grave. I comportamenti di Berlusconi, in quando capo del governo e della maggioranza, sono dettati da una megalomania che non ammette critiche, riflessioni e confronti, ossia la sostanza della politica democratica; ed è misurata, questa azione, solo sullo scopo di rimanere in sella, indiscusso e indiscutibile leader sostenuto da sondaggi fantascientifici, quanto a consenso e, ha detto in quella conferenza stampa, «ammirazione» nei suoi confronti. Perciò regala alla Lega leggi indegne come quella sulla «clandestinità». Lo show della democrazia si sta trasformando in un monologo delirante degno di Caligola, quel tale imperatore che nominò senatore il suo cavallo: qui a diventare parlamentari e ministri sono i servi e le veline. Siamo in una emergenza drammatica.

di Pierluigi Sullo da Carta

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