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domenica 30 agosto 2009

Muore Virgilio Savona del Quartetto Cetra




È morto giovedì 27 agosto sera a Milano a 89 anni Virgilio Savona, uno dei componenti del celebre Quartetto Cetra. Era nato il 1 gennaio 1920 a Palermo, fu musicista e autore di un quartetto musicale molto popolare negli anni '50 e '60 anche grazie alle loro partecipazioni televisive. Oltre 1000 canzoni tra le più celebri "Aveva un bavero", "Nella vecchia fattoria". L'artista si è spento all'ospedale San Giuseppe di Milano dove era stato ricoverato, malato di Parkinson, per complicazioni dovute anche all'età.

Con lui, fino alla fine, Lucia Mannucci, compagna di una vita e voce femminile del Quartetto. Con Savona, si è spenta la terza voce dei Cetra: nel 1988 era scomparso Tata Giacobetti e nel 1990 Felice Chiusano. Tra le sue composizioni, merita un particolare ricordo l'album «Sex et politica» del 1970 con brani scritti per Giorgio Gaber che riprendevano versi di poesie ed elegie latine, tra cui opere di Ovidio e Catullo.

«Uno dei grandi protagonisti storici della musica e della cultura italiane», così il Club Tenco saluta Virgilio Savona al quale nel 1994 assegnò il Premio Tenco, come operatore culturale. «Ma la sua figura era talmente complessa e variegata che nel 2004 - ricorda il Club - gli fu dedicata l'intera 'Rassegna della canzone d'autore': tutti gli artisti partecipanti eseguirono sue canzoni e ne fu tratto un disco, significativamente intitolato 'Seguendo Virgilio'; mentre i vari aspetti della sua attività furono oggetto di un convegno di due giorni, dal quale venne ricavato un libro con lo stesso titolo».

da L'Unità

[1972]
Testo e musica di Anton Virgilio Savona
Album: E' lunga la strada
Paroles et musique: Anton Virgilio Savona
Album: E' lunga la strada

Dall'album intitolato “E' lunga la strada” del 1972.
Testo tratto dal libretto che accompagna il cd “Seguendo Virgilio – Dentro e fuori il Quartetto Cetra”, Ala Bianca Group/I dischi del Club Tenco, 2005. Nel disco di tributo ad A.V. Savona il brano è eseguito da Alessio Lega e Mariposa.

La canzone è preceduta da questa breve introduzione:

“Intorno al 1730, Giovanni Meslier*, parroco di un paese di Champagne, si lasciò morire di fame esaperato dal fatto di non essere riuscito ad ottenere giustizia in una lite contro un potente. Lasciò i suoi beni ai parrocchiani e scrisse in tre esemplari un testamento politico e religioso: il testamento del parroco Meslier.”

Il testamento del parroco Meslier

Avete sul collo fardelli pesanti
di prìncipi, preti, tiranni
e governanti;
di nobili, monaci, monache e frati,
di “guardie di sali e tabacchi”
e magistrati.
Avete sul collo i potenti e i guerrieri,
gli inetti, gli inutili e i furbi,
e i gabellieri,
i ricchi che rubano per ingrassare
lasciando che il popolo intanto
resti a crepare.

Abbatete
i ricchi condottieri
e i prìncipi!
Sono loro,
non quelli degli inferni,
i diavoli!

Vermi che lasciano al contadino
soltanto la paglia del grano
e la feccia del vino.
Teorizzano pace, bontà e fratellanza
e poi legalizzano i troni
e l'ineguaglianza.
Hanno inventato il Dio dei potenti
per addormentare e piegare
i corpi e le menti
Hanno inventato i demoni e gli inferni
per far tremare e tacere
poveri e inermi.

Abbattete
i ricchi condottieri
e i prìncipi!
Sono loro,
non quelli degli inferni,
i diavoli!

Non sono i demoni dell'intera corte
i vostri peggiori nemici,
dopo la morte,
ma sono coloro che alzano le dita
annientano e fanno marcire
la vostra vita!
E se vi unirete potrete fermarli
usando budella di prete
per impiccarli;
così non sarete più schiavi di loro
ma infine padroni dei frutti
del vostro lavoro!

Abbatete
i ricchi condottieri
e i prìncipi!
Sono loro,
non quelli degli inferni,
i diavoli!

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