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lunedì 24 agosto 2009

Mappa delle elezioni regionali 2010

Domenica 28 marzo e lunedì 29. Anno 2010. Sarà questa, salvo colpi di scena, la data delle elezioni regionali, passaggio fondamentale per tutti i partiti. Di maggioranza e di opposizione. All'interno del Centrodestra si sa già che nella divisione delle poltrone al Carroccio andrà una Regione (quasi certamente il Veneto), alla parte del Pdl che fa capo a Forza Italia gli altri Governatori del Nord, ad Alleanza Nazionale un paio di Regioni al Sud e con buona probabilità, se Casini deciderà di cedere alle lusinghe degli uomini del Cavaliere, all'Udc spetterà il candidato per la presidenza della Puglia. Ma restano ancora aperte alcune scelte dei candidati e da chiarire qualche rapporto di forza tra gli ex di An e di Forza Italia. Uno dei punti fermi è che Roberto Formigoni non lascerà il Pirellone. Alla Lega quella poltrona piace molto, moltissimo (vedi l'intervista a Roberto Castelli, box a lato) ma il premier non è disposto a barattarla con nulla e nessuno. Il Partito Democratico è in alto mare per il Pirellone. C'è l'ipotesi Tabacci in caso di accordo con l'Udc oppure Martina o Penati. Più aperta, invece, la partita sulla presidenza del Piemonte. Anche perché la Regione governata da Mercedes Bresso (che verrà ricandidata dal Pd essendo sostenuta sia da Franceschini sia da Bersani) è un terreno tutto da conquistare per il Pdl. Per questo Berlusconi potrebbe anche decidere di lasciarla al Carroccio che avrebbe già pronto il suo candidato, Roberto Cota, capogruppo alla Camera.

In alternativa ci sarebbe l'azzurro Guido Crosetto, sottosegretario alla Difesa e amico della famiglia Agnelli. Ma la corsa per il Piemonte è legata a doppio filo a quella per il Veneto. Perché Bossi non vuole accettare come unica scelta una Regione dove la maggioranza rischia di perdere. Perciò è disposto a dire sì a patto che ci sia anche il via libera per il Veneto. Dove i candidati per sostituire Giancarlo Galan sono due, il ministro dell'Agricoltura Luca Zaia e il sindaco di Verona, Flavio Tosi.
Ma potrebbe spuntare anche un terzo nome, magari quello della veronese, sottosegretario alla Salute, Francesca Martini. E Galan? Quale ruolo affidargli? Qualcuno parla di un riconoscimento a presidente dell'Enel. Sempre che non decida di candidarsi lo stesso alla Regione con una propria lista civica. Per il Pd si fa il nome di Massimo Calearo, sostenuto dall'attuale segretario ma non dai dalemiani. A Forza Italia spetterà invece la scelta del candidato per la Liguria da contrapporre a Claudio Burlando (riconfermato). Sarà il ministro Claudio Scajola a guidare le operazioni per trovare il nome giusto, confidando magari in un appoggio dell'Udc. Ma il partito di Pier Ferdinando Casini potrebbe rivelarsi decisivo soprattutto per le sfide al Sud, in particolare nel Lazio e in Puglia.

In quest'ultima Regione il pressing sui centristi è fortissimo. E le dichiarazioni dell'Udc contro Nichi Vendola sembrerebbero far capire che l'alleanza con il Centrosinistra sia stata ormai scartata. Anche se i dalemiani (Nicola Latorre in testa) continuano a lavorare ai fianchi i post-democristiani, forti del 9,1% alle Europee. A Casini andrebbe la candidatura per la presidenza della Regione, una poltrona per la quale sarebbe già pronta Adriana Poli Bortone. Più complicato, invece, il discorso per il Lazio. Dei nomi che sono circolati, quelli dell'imprenditrice Luisa Todini o, in subordine, della leader dell'Ugl Renata Polverini, Alleanza Nazionale non vuole neppure sentir parlare.

Gli uomini di An fanno un ragionamento molto semplice: se Forza Italia ha già scelto anche il candidato per la Campania (il presidente degli industriali napoletani Gianni Lettieri) deve lasciare a noi la scelta per il Lazio, visto che Luisa Todini è considerata esponente di FI e Renata Polverini non è comunque una scelta di Via della Scrofa. In campo tornano dunque i nomi che circolano da un po': il senatore di An Andrea Augello, che è già stato assessore al bilancio nella Giunta Storace e il deputato Fabio Rampelli. Ma anche nel Lazio sarà decisivo l'appoggio dell'Udc. Se Pier Ferdinando Casini si schiererà con il Centrodestra la sfida con il Pd potrebbe essere in discesa, altrimenti la partita potrebbe rivelarsi più complicata del previsto.

Se il no di Alleanza Nazionale sarà rispettato, Luisa Todini potrebbe essere dirottata sulla candidatura per strappare l'Umbria a Maria Rita Lorenzetti. Infine resta la Calabria. Nel risiko delle candidature la scelta va ad An, che avrebbe già pronto il suo candidato, il sindaco di Reggio Giuseppe Scoppelliti. Anche in questo caso aspettando il benefico appoggio dell'Udc. Caos a sinistra sia nel Lazio sia (soprattutto) in Campania. A Roma Franceschini vorrebbe la riconferma di Marrazzo, ma l'altra metà del partito non ci sta. A Napoli è ancora peggio...

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