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sabato 22 agosto 2009

“E’ stata una strage. Maroni? Un uomo irresponsabile e immorale”

“L’imbarcazione non è stata mai avvistata”. Così c’è scritto nella relazione inviata dal prefetto di Agrigento al Ministero dell’Interno. Nessuno sa dunque da dove sia spuntato quel gommone con a bordo 5 naufraghi stremati che è stato segnalato giovedì all’alba dalle autorità maltesi alla Guardia di Finanza di Messina. Nessuno lo sa. Tranne i 5 eritrei, che hanno raccontato: “Siamo stati alla deriva per più di venti giorni, abbiamo incrociato almeno dieci imbarcazioni, ma solamente un pescatore si è fermato per darci cibo e acqua”. La loro versione, che pure pare attendibile alle organizzazioni internazionali e umanitarie, però non convince il ministero dell’Interno. “Ci sono degli elementi contrastanti”, dice Maroni. Per Econews e ItaliaRadioWeb Ambra Murè ha intervistato Pietro Marcenaro, senatore del Pd e presidente della Commissione per la tutela e la promozione dei diritti umani.

“Io mi son fatto l’opinione che ci sia stata una strage. E questo mi basta per avermi sulle responsabilità che ciascuno di noi ha per un fatto così grave”.
Il senatore ci ha tenuto a rimarcare la propria distanza dalle prudenze del Viminale: “Maroni è un uomo che da sempre rifiuta le proprie responsabilità, è un uomo che rifiuta di guardare le conseguenze delle sue azioni. Lo ha fatto per Lampedusa e continua a farlo. Il fatto che di fronte a una cosa così grave l’unica cosa che esca dalla sua bocca sia di mettere in dubbio la versione di queste persone la dice lunga sulla sua figura morale, prima ancora che politica”.

Il problema vero, secondo Marcenaro, non sta tanto nella diatriba sulle reciproche responsabilità che ormai da mesi segna i rapporti diplomatici tra Roma e La Valletta: “La questione tra Italia e Malta è solo uno degli aspetti che andranno chiariti, per capire se siamo di fronte all’ennesimo episodio di un conflitto che avviene sulla pelle di questi poveracci”.

I punti da chiarire sono altri. E Marcenaro li evidenzia uno per uno, girandoli al ministro Maroni e al Governo sotto forma di domande. E sono domande che bruciano.
“La prima riguarda i rapporti con la Libia. Nessuno infatti può pensare che si parta da un paese poliziesco come la Libia, che ci si raduni e si riesca a partire a bordo di imbarcazioni senza che le autorità ne siano informate. Cosa sta capitando? Il Governo si era impegnato a verificare l’accordo con la Libia, a controllarne la gestione, a rendersi garante del rispetto dei diritti fondamentali. Cosa ha fatto? Cosa sta facendo?”.
“Seconda questione: si dice che queste persone siano eritree. Gli eritrei, che fuggono da una zona di guerra, hanno quasi sempre il riconoscimento della protezione umanitaria. Ma allora perché una persona che ha diritto alla protezione umanitaria deve essere costretta alla clandestinità, a consegnarsi alle strutture e al meccanismo della tratta? Perché non si costruisce un meccanismo per cui chi ha diritto alla protezione umanitaria possa venire in modo trasparente nel nostro paese?”

“La terza questione: com’è possibile che in un tratto di mare che dovrebbe essere tra i più sorvegliati al mondo possa capitare che un’imbarcazione vada alla deriva per giorni e giorni, senza nessuna segnalazione? Adesso sta venendo fuori che le segnalazioni ci sono state e nessuno è intervenuto per tempo. Noi oggi abbiamo chiesto al Governo cosa intende fare per perseguire e punire, come prevede la legge, quelle persone che non hanno effettuato soccorso in mare”.

“E, infine, sono mesi che ci raccontano che sono finiti gli sbarchi. Ma qui non c’è solo questa tragedia di fronte a Lampedusa. A Porto Empedocle, in Sardegna, ovunque, gli sbarchi sono ripresi. E il Governo come pensa di gestirli? Attraverso il meccanismo dei cie, che è già al punto di esplosione?”
Marcenaro ha concluso rivolgendo un appello al Ministro dell’Interno: “Maroni la smetta di nascondersi dietro un velo di propaganda immorale e affronti i problemi che ha di fronte”.

da Articolo21

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