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venerdì 14 agosto 2009

Bum, bum … chi è? La polizia …

Storia di una volgare e pericolosa provocazione della polizia ai danni di un militante del Centro Sociale Rivolta di Marghera.

La polizia preleva un ragazzo rumeno, attivista del Cso Rivolta, già con l'obbligo di dimora nel comune di Venezia per l'inchiesta sugli incidenti durante il G8 Università a Torino, portandolo in commissariato, sottoponendolo ad un anomalo e strano colloquio. Oggi durante la conferenza stampa davanti al commissariato la Questura nega che l'episodio sia mai successo.
Si sono presentati al calar della sera, appena scende l'ultima luce, hanno detto di essere poliziotti e di seguirli, erano in quattro, in borghese. Lui pensava fosse per qualche notifica in relazione agli arresti e all'obbligo di dimora a cui è costretto per l'inchiesta sugli incidenti alla manifestazione contro il G8 Università a Torino. In commissariato lo hanno messo in una stanza, un computer davanti con le immagini della manifestazione del 4 Luglio a Vicenza e subito sono partite le accuse, le richieste di riconoscimento.

Mezz'ora di vecchi e sani metodi da buon poliziotto navigato; se crolli abbiamo un nuovo collaboratore altrimenti una buona lezioncina per far capire l'aria che tira ... ... un'aria di paura.

No questo non è un racconto, una storia di fantasia, questo è quello che succede in una calda serata di agosto nelle strade di Marghera e nel commissariato di Mestre, una brutta storia da raccontare.

Nel caldo agostano si rifanno vive pratiche e mezzi da sempre appartenuti a istituzioni e corpi dello stato; il decreto sicurezza e le istanze, o meglio i mal celati desideri, di ordine e giustizia di partiti, movimenti di opinione e magistratura hanno riattivato quel magma, melmoso e maleodorante, mai veramente raffreddato e sopito in questo paese.

Se l'inchiesta di Torino del procuratore Caselli, sulla manifestazione dell'Onda per il G8 dell'Università è stato il primo tentativo di suggerire e ridisegnare scenari, assai vecchi, che coinvolgano e criminalizzino i movimenti, ora come non mai sembra essere tornato il tempo del gioco sporco, della minaccia, dell'intimidazione che coinvolgano per primi quelli ritenuti più deboli, più facilmente colpibili.

Un ragazzo rumeno è chiaramente sempre un buon motivo, che sia per un'inchiesta giudiziaria o per dare un buon esempio e, in caso scoppiasse la grana, una buona giustificazione: avrà capito male, avrà frainteso, o peggio si è inventato tutto.

E' rumeno, immigrato ma non stupido; conosce il valore delle parole e delle persone, tanto da passare le serate d'inverno a fare l'operatore di strada per i senza fissa dimora; ne tanto meno lo sono i suoi compagni, i suoi amici e i suoi avvocati, che si sono subito mobilitati, per difendere la sua e la nostra libertà.

Il suo e il nostro diritto a non aver paura del futuro della vita e di ogni vero o falso poliziotto che prova a negarcele.

da Infoaut

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