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mercoledì 15 luglio 2009

SUDAN - FRUSTATE PERCHE' INDOSSAVANO I PANTALONI

Una nota giornalista sudanese è stata arrestata con l'accusa di essersi vestita in modo «indecente» perchè portava i pantaloni e potrebbe essere condannata a 40 colpi di frusta se fosse ritenuta responsabile di questo reato. Lubna Ahmed al-Hussein, che pubblica regolarmente dei corsivi sul giornale di sinistra al-Sahafa e lavora anche per la Missione delle Nazioni Unite in Sudan, è stata arrestata la scorsa settimana a Khartoum. È accusata di essersi vestita in modo contrario all'ordine pubblico. «Il 3 luglio, ero al ristorante - ha raccontato la giornalista alla France Presse -. Poliziotti sono entrati e hanno chiesto alle ragazze che portavano i pantaloni di seguirli in commissariato. Mi hanno portata via insieme ad altre 12 ragazze, alcune delle quali del sud. Due giorni più tardi, dieci di loro sono state convocate in un commissariato nel centro di Kartoum e hanno ricevuto dieci colpi di frusta ciascuna». Le altre tre donne, fra le quali la giornalista, sono state rinviate a giudizio in forza dell'articolo 152 del codice penale sudanese. L'articolo prevede una pena di 40 colpi di frusta per chiunque «commetta un atto indecente o un atto che violi la moralità pubblica o porti dei vestiti indecenti». La data dell'udienza non è ancora stata fissata. Contrariamente ad altri paesi della regione, le donne sono molto presenti nella vita pubblica in Sudan, paese a maggioranza musulmano. Alcune leggi tuttavia rimangono discriminatorie nei loro confronti, secondo le organizzazioni di difesa dei diritti dell'uomo.

''Indossavo pantaloni e camicia e le dieci ragazze che sono state frustate vestivano come me'' ha detto la donna, aggiungendo che alcune ragazze avrebbero ammesso la loro 'colpa', mentre alcune si sono rivolte ai rispettivi legali. La maggir parte delle ragazze punite sono cristiane o animiste del sud, ha riferito la signora Hussein.
A Khartum vige la Sharia e la pena per chi veste in modo 'indecente' è di 40 frustate. Lubna al-Hussein è una reporter ben conosciuta nel paese e scrive settimanalmente una rubrica per un giornale chiamata Men Talk; lavora anche per la missione delle Nazioni Unite in Sudan, Unmis.

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