Ogni evento internazionale conferma il fascino che Barack Obama esercita su capi di stato e di governo di mezzo mondo, che non vedono l’ora di stringergli la mano o farsi fotografare con lui. Ma secondo Foreign Policy ce ne sono cinque che, in maniera più o meno esplicita, rimpiangono George W. Bush.
Il primo di questi sarebbe Silvio Berlusconi, definito nel 2008 da Time come “l’ultimo migliore amico rimasto a Bush”. Anche se Berlusconi ha speso parole di elogio nei confronti nel nuovo presidente, i loro rapporti non sarebbero idilliaci. Obama guarda con fastidio alla “vicinanza del primo ministro italiano con Vladimir Putin e il dittatore libico Gheddafi”, mentre il governo italiano non vede di buon occhio il proposito di Obama di allargare il G8, dato che “il prestigio internazionale dell’Italia dipende molto dalla sua presenza in quell’organismo esclusivo”.
Il secondo sarebbe il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che non ha mai nascosto il fastidio nei confronti del presidente Obama e della sua contrarietà alla costruzione di nuovi insediamenti in Cisgiordania. “Il governo israeliano avrebbe sostenuto di avere un tacito accordo con l’amministrazione Bush riguardo quegli insediamenti, un accordo la cui esistenza è stata confermata dall’ex viceconsigliere per la sicurezza nazionale, ma Obama ha ribadito la sua opinione contraria”.
Terzo presidente a rimpiangere Bush sarebbe Álvaro Uribe, colombiano. Godeva del sostegno incondizionato di Bush nella sua guerra ai cartelli della droga, ma la nuova amministrazione comincia a guardare con qualche dubbio ai suoi metodi poco rispettosi dei diritti umani. Inoltre, data l’intenzione di Obama di riallacciare i rapporti con l’intero Sudamerica, “il tempo in cui la Colombia era l’unico partner affidabile degli Stati Uniti inella regione è destinato a finire”.
Il presidente polacco Lech Kaczynski, poi, ha iniziato il suo rapporto con Obama con un incidente diplomatico. Dopo averlo sentito al telefono, pochi giorni dopo la sua elezione, Kaczynski ha raccontato alla stampa polacca che il neopresidente era a favore dello scudo antimissile. Obama ha subito smentito, e ha anzi offerto alla Russia una rinegoziazione del progetto dello scudo, in cambio di un atteggiamento più cooperante su altre questioni.
Ultimo capo di governo a rimpiangere Bush sarebbe il venezuelano Hugo Chávez. “La retorica scomposta anti-Bush di Chávez gli ha fatto guadagnare ammiratori da Tegucigalpa a Teheran, ma con l’elezione di Obama, popolarissimo in Sudamerica, il vecchio trucco non funziona più. Mentre l’amministrazione Obama allenta le restrizioni nei confronti di Cuba, è difficile dipingere gli Stati Uniti come i nemici assoluti della sinistra latinoamericana.
La nuova sinistra del Sudamerica, come il neoeletto presidente del Salvador Mauricio Funes, guarda più a Lula che a Chávez e Castro. Durante il recente golpe in Honduras, Chávez ha provato ad accusare gli Stati Uniti ma la sua tesi è apparsa poco credibile, dato che l’amministrazione ha subito dato il proprio sostegno al presidente deposto, invitandolo a Washington. Dato che la sua influenza è crollata insieme al prezzo del petrolio, a Chávez non dispiacerebbe avere ancora il vecchio Bush da prendere a calci”.
da Internazionale
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