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sabato 4 luglio 2009

Lettera di un’aquilana indignata al Presidente Berlusconi


Egregio Presidente,
mi chiamo Roberta Anselmo, ho 45 anni e sono una palermitana che vive a L’Aquila da 19 anni avendo sposato un aquilano. Ho una figlia di 16 anni e un figlio di 13, sono un’insegnante e attualmente, dopo il sisma del 6 aprile, dimoro insieme ad altre 2 famiglie nella casa al mare (70 mq. con un bagno), di proprietà di mio marito e mia cognata, a Silvi Marina; per dormire condividiamo un camper che mio fratello da Palermo, dopo 3 giorni dal terremoto, mi ha comprato e portato qui.La mia prima abitazione è inagibile di riflesso perché dipendente da quella ubicata sopra di noi, ereditata dai miei suoceri, e quindi per noi seconda casa non adibita né ad attività produttiva né professionale, che ha subito notevoli danni: ad oggi, con verifica effettuata il 29 aprile, non è stata ancora pubblicata la lettera di identificazione del grado di inagibilità.

Le scrivo perché ho partecipato alla manifestazione del 16 giugno e sono indignata, ferita, offesa e arrabbiata per le affermazioni da Lei pronunciate a commento di questo evento e pubblicate sul “Centro” del 20 giugno 2009.
Lei afferma che questa manifestazione è basata sul nulla e che ci dobbiamo vergognare perché stiamo speculando sui morti. Trovo tali dichiarazioni indegne, inopportune ed ignobili: non credo proprio che Lei si possa permettere di dire certe frasi senza neanche essersi preso la briga (o Lei o qualunque rappresentante del suo partito) di venire a Montecitorio a controbattere le nostre dichiarazioni.

Le persone che erano lì quella mattina erano tutte cittadini feriti e parenti dei morti del 6 aprile, che non hanno più non solo le persone, le case, il lavoro ma non hanno più né una vita né una speranza di normalità, non sono di certo venute a perdere il loro tempo o a fare shopping nella capitale.
Io comprendo perfettamente che da parte del Governo è stato ed è attualmente molto difficile affrontare tale evento così disastroso e ritengo che l’emergenza immediata sia stata gestita molto bene ma abbiamo bisogno di risposte e di promesse inserite nelle norme che il Parlamento si accinge a varare. Noi siamo solo dei cittadini che guardano i fatti, non riusciamo ad entrare nelle maglie contorte di una politica lontana da noi e vorremmo tanto che Voi ci forniste delle risposte semplici, chiare, coerenti e vere.

Le mie domande sono:
1) Perché, dopo il primo periodo di emergenza, le persone ospitate a spese dello Stato negli alberghi, con un costo enorme, non sono state sistemate in case della costa ammobiliate, con affitti calmierati pagati molto meno dallo Stato? Ciò avrebbe comportato un notevole risparmio di spesa e una normalità più accettabile per la famiglie.

2) Perché il decreto n. 39 e la sua conversione non prevede la contribuzione per la ricostruzione delle seconde case senza fare differenza tra le diverse tipologie di titolarità? A L’Aquila esistono numerosi proprietari di seconde case che, se non hanno abbastanza soldi per sistemarle dovendo pensare alla prima, impediranno di fatto la ricostruzione ai proprietari di prime case legate a loro fisicamente e strutturalmente.

3) Perché non inserire la tassa di scopo che permetterebbe la riattivazione del circuito economico della nostra città ormai completamente a terra dal punto di vista economico?

4) Come si pensa di aiutare tutte le famiglie che vivevano con attività commerciali e professionali site nel centro storico?

5) In quali scuole porteremo i nostri figli e dove andremo ad insegnare noi docenti a settembre? Nelle tensostrutture? Ce ne sono solo due attualmente e l’inverno sarà molto rigido! In edifici agibili? Ancora non è dato sapere e tra il G8 e le ferie estive dubito fortemente che i tempi permetteranno una sistemazione adeguata.

6) Perché l’ordinanza n. 3769, che dovrebbe consentire l’attivazione di convenzioni per l’affitto degli aventi diritto in appartamenti agibili a L’Aquila per permettere a coloro che non hanno più casa o devono risistemarla, non da questa opportunità a coloro “che dispongono di un’altra soluzione abitativa alternativa nel territorio abruzzese”? Qual’è la ratio legis di tale provvedimento? E’ quello di far rientrare la gente nella propria città per lavorare e seguire i lavori di ricostruzione o è quello del risparmio? Così come è posta la norma tutti coloro che possiedono una qualunque unità abitativa anche a 300 chilometri da L’Aquila, non potranno usufruire del contributo statale per l’affitto. Ma queste persone come possono lavorare a tali distanze e i figli in quali scuole devono iscriverli?

7) Ringraziando per le future case in via di costruzione per i 13.000 aquilani che hanno perso le case, gli altri dove andranno a settembre visto che i tempi tecnici per le operazioni di ripristino sono lunghissimi?

8 ) Quanti soldi ha davvero lo Stato per aiutarci quando Tremonti dichiara a L’Espresso della scorsa settimana che per il terremoto sono stanziati da 2 a 4 miliardi di euro? Si potrebbe capire veramente e con chiarezza quanto può aiutarci lo Stato senza darci illusioni inesistenti?

Sono queste alcune domande alle quali avrei gradito Lei rispondesse il 16 giugno e onestamente non ritengo per questo di speculare sui morti! Se fossi nata e cresciuta in un paese del terzo mondo non mi sarei aspettata niente dallo Stato ma sono italiana e cittadina di un paese facente parte delle 8 potenze mondiali più grandi; siamo uno Stato democratico e sociale e per ciò mi sento libera di parlare, manifestare pacificamente e chiedere aiuto per coloro che sono più sfortunati, è la Costituzione che me lo dice e per me questa Carta è il punto di riferimento dei miei valori.

La mia famiglia non ha avuto ancora un euro per l’autonoma sistemazione e stiamo usando i nostri risparmi per una sommaria sistemazione a settembre, è giusto così, se si ha la possibilità non si deve pesare sullo Stato ma di certo Lei non mi può offendere tacciandomi dell’ignominia che ha dichiarato solo perché sono venuta a manifestare per tutelare i diritti di coloro che hanno meno di me!
Mi piacerebbe avere una risposta che purtroppo sono certa non arriverà ma almeno la mia coscienza di cittadina è pulita, ci tenevo davvero a risponderLe perché le Sue dichiarazioni mi hanno fatto molto male. Le auguro buon lavoro.

da Indymedia

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