Le cifre sono spaventose: se il ritmo della violenza non cambia, in Brasile tra il 2006 e il 2012 saranno morti 33.504 giovani. Sono i dati diffusi dal ministero della sanità e dall’Istituto brasiliano di geografia e statistica. Una cifra che equivale a cinquemila morti violente all’anno tra persone di età compresa tra i 12 e i 18 anni. È come se due volte al mese cadessero due aerei.
Il dato positivo, spiega El País, è che è calata la mortalità infantile per motivi di salute. Purtroppo è anche aumentata la passione degli adolescenti per le armi e la violenza. Il maggior numero di giovani uccisi è a Rio de Janeiro, dove, secondo le stime, entro il 2012 saranno morti 3.423 giovani.
La possibile spiegazione è che a Rio le fazioni che lottano per il controllo della vendita di droga sono molte e in lotta tra loro. In più, la polizia – una delle più violente del mondo – ha un altissimo livello di corruzione, che arriva fino alla vendita delle armi ai narcos. Molti dei ragazzi muoiono vittime di sparatorie nelle baraccopoli tra le forze di sicurezza e i trafficanti di droga.
Il presidente Luiz Inácio Lula da Silva ha ammesso che ci sono molte carenze nelle politiche pubbliche per la lotta contro la violenza giovanile, nonostante i molti programmi che ha lanciato il suo governo in questo senso. Secondo il presidente, l’unica soluzione è sostenere l’istruzione e la professionalità dei giovani.
da Internazionale
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