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mercoledì 3 giugno 2009

Inchiesta case per gli studenti: se pagare 400 euro è una consuetudine

Inchiesta su affitti, ricatti e case per gli studenti a Roma, a cura del Lab Autoriforma Adisu - Crew in Onda La Sapienza. Affitti e coabitazione in case in disuso.

Serena, 26 anni, vive a Largo Preneste con altri 3 coetanei: «Sarò costretta a dividere la mia singola con un altro,il costo sarebbe di 500 euro,almeno dimezzo le spese e non vado a vivere sotto un ponte».
L’arte dell’arrangiarsi è il nuovo modello di sviluppo che il sitema italiano offre: la penuria di spazi,i costi extra,la colazione,il pranzo e la cena hanno anche creato una tipologia di stanza ad hoc: «la singola ridotta». Un buco che prende il nome di stanza,una lampadina offuscata,un mobile armadio a dividere uno spazio in due ambienti: insomma, si sta da soli in camera, con quel poco di privacy che resta, e ci si adatta agli spazi angusti. Così ha fatto Giuseppe, 25 anni, studente di Economia a Tor Vergata, nella sua abitazione a Numidio Quadrato: «Siamo io, mio cugino e due ragazze in 45 metri, di meglio non si è trovato».

Passaparola,annunci nelle bacheche universitarie (dove si può trovare anche l'annucio di idioti razzisti che scrivono no rumeni),giornali d’inserzione,ospitalità a breve termine per chi ha la fortuna di conoscere qualcuno che sia disposto,restano il principale appiglio per lo studente in cerca di abitazione: la caccia più diffusa si tiene tra maggio/giugno e settembre/ottobre, i mesi dei test d’ingresso e delle pre-iscrizioni. Senza considerare i restanti mesi dell'anno,quando il padrone di casa ti caccia via con la giustificazione che la musica disturba i vicini,o perchè non trovi persone socievoli,o si creano contrasti all'interno dello stesso appartamento,o perchè il palazzinaro,in maniera indiscriminata,ti aumenta l'affitto con l'affermazione "sono tempi di crisi". Nella maggior parte dei casi,ti cacciano via perchè non si era in possesso di un contratto di locazione,che non ti ha nemmeno consentito di partecipare alla domanda di quella miserabile borsa di studio.


ESPERIMENTO REGIONALE
L’iniziativa lanciata nel 2007 dalla Regione Lazio, per regolare (e calmierare) i canoni di locazione destinati agli studenti,l’Agenzia degli affitti,non ha risolto il problema. «Si è diffusa l’idea che pagare 400 euro per una stanza sia normale, questo è il punto – ci dice Abban, 28 anni, iraniano,neolaureato in Architettura,ex residente in posto alloggio Adisu – ma chi viene da fuori,e nel mio caso da un Paese estero,è gravato da numerose altre spese e per studiare bisogna lavorare». Cresce perciò il numero degli studenti-lavoratori senza regole o non sindacalizzabili: «Precari a vita – rilancia Marco, 23 anni,studente di Giurisprudenza,ex residente di posto alloggio Adisu – purtroppo ci si abitua,per consuetudine,come le leggi che vengono approvate o per diritto naturale».

VIVERE A POCO PREZZO
La sera, chiusi i libri, per chi ha la fortuna di essere ancora mantenuto dai genitori e quindi se si ha lo spazio per dedicarsi alla bevuta generalizzata,gli studenti romani si appellano alla movida low-cost. La cena viene sostituita da apertivi con buffet nei casi migliori. E la bevuta al pub, con l’arrivo della bella stagione, alternata con una birra acquistata al supermercato o nel pizzaiolo più economico: «Se non faccio così,la socializzazione non esisterebbe– spiega Francesco, studente di Lettere – in questo però devo dire Roma riesce a farti adattare: in alcuni quartieri soprattutto, si trovano locali per tutte le tasche,qualche spazio sociale occupato accogliente e alla fine ci si può divertire lo stesso». E le zone più gettonate dagli studenti restano Pigneto, San Lorenzo,Testaccio e Garbatella: «Io più che altro resto a San Lorenzo – ci dice Gianluca, di Scienze delle Comunicazioni,anche lui un ex residente in una casa dello studente – non avendo motorino o macchina mi tocca restare vicino casa, se gli amici non mi passano a prendere: se i mezzi pubblici funzionassero sarebbe più facile vivere la città,invece di aspettare il notturno che passa ogni ora o sempre con netto ritardo».«Per combattere la crisi – conclude Gianluca – bisogna essere fantasiosi,inventarsi qualcosa,oltre alla classica spaghettata tra amici o infiltrarsi in un festino di studenti o farsi ospitare vicino l'università». Cinema e teatro,quando non sono superfattibili,rimangono un sogno o un immaginario che non c'è: «Costano troppo, invece la cultura dovrebbe essere gratuita ed accessibile a tutti». Per il cinema, una via d’uscita c’è: si va sempre di mercoledì. A tariffa ridotta, ovviamente,perchè il gratuito è ancora un sogno. Se poi consideriamo i migliaia di studenti fuori-sede,e i pochissimi posti alloggi messi a disposizione dalla Regione,le 4-5-6 case di proprietà del residente-palazzinaro di Roma che affitta agli studenti-precari appartamenti da 2000 euro mensili a decine di km dall'Università o dal posto di lavoro, la vita diviene impossibile da gestire.

CASA-REDDITO-WELFARE
LIBERI DAL CONTROLLO E LIBERTA' DI MOVIMENTO

da Uniriot

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