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sabato 23 maggio 2009

La favola di Vetrinopoli

A Vetrinopoli era una splendida giornata di Sole, come sempre:
gli uccelli cantavano e sembravano dividersi con dovizia gli immensi spazi di cui Vetrinopoli disponeva, chiarendo che l' habitat non è un' invenzione ma un fatto.
Allora, i piccioni vivevano il centro della città mentre lì, per le campagne, erano per lo più i merli,
le gazze e i passeri a prender maggior possesso della zona;
sul mare poi danzavano beatamente i gabbiani grandi e forti come se i veri guardiani delle coste
fossero solo loro...
D' un tratto però gli uccelli volarono via e lasciarono gli abitanti di Vetrinopoli.
Nei primi giorni ci si sentiva un pò sgomenti poichè quei posti, un tempo resi vivi dalla presenza degli uccelli, davano l' impressione di morire pian piano, e anche la vista degli abitanti sembrava patirne, poichè non si potevan più ammirare le parabole dei pennuti che svolazzavano nell' aere in prossimità di un orizzonte rosso che si butta nel mare;
ma il deprimersi di questo senso non comportava grossi patemi visto che gli abitanti di Vetrinopoli
avevano già perso il " dono delle orecchie " ( non sentivano più bene ), forse per il cerume che copioso rendeva afono qualsiasi suono emesso da chicchessia.
E poi, a Vetrinopoli era proprio una libertà particolare quella di non voler sentire alcuno, rappresentava una conquista ed una possibilità che con tanti sforzi gli abitanti di Vetrinopoli si erano garantito.
Era, inoltre, stabilito per legge e sommamente vietato vendere e comprare qualsiasi articolo per la pulizia delle orecchie.
Ma questa grossa civiltà poteva fregiarsi di tante libertà conquistate nel tempo, una pletora di diritti civili aquisiti con immensi sforzi..
avevano costituito, non ascoltandosi più, una struttura sociale d' avanguardia:
un meccanismo che si sostanzia solo nell' effetto visivo; non serve parlare, basta mirarsi per vivere nella società di Vetrinopoli:
i Vetrini e le Vetrine dovendo per forza comunicare ( per vivere) avevano imparato a darsi lustro in ogni dove per acquiatare la veste più ambita confezionata dal più elegante e innovativo stilista di Vetrinopoli, il famosissimo Gianni Prestigio.
E' infatti a lui che si rivolgono i cittadini per comprare l'abito che da qesti prende il nome.
Col Prestigio addosso "preconfezionato" i Vetrini potevano pavoneggiarsi e si auspicavano di colpire con l'effetto luccicante di quell'abito tutte le Vetrine che gionzolavano bellamente per la città.
Le Vetrine tutte imbellettate e truccatissime venivano dalla grande Scuola dell'Artefattesimo, tutte istruite al culto del mostrare agli altri la propria bellezza o presunta tale; molte di loro avevano anche vinto dei master in Zoccolagine, ma la lmaggior parte di loro aveva fatto la Scuola Elementare di Dabbenaggine, di via Menefraga.
Tutto andava a gonfie vele, gli abitanti di Vetrinopoli sapevano bene che per giudicare una persona bastava guardar la superficie; e il metro di giudizio più in voga veniva direttamente da un assunto matematico: quanto più ampio è il ventaglio dei possedimenti ostentati, tanto più meritevole è una persona di affrancarsi affetti, vantaggi, privilegi e posizioni di prim'ordine.
Tutti allora, a Vetrinopoli, si davano un gran da fare per comprare quei beni che potevano conquistare i cuori delle Vetrine e queste ultime , correvano da un parrucchiere all'altro, dall'estetista ai solarium per vedersi belle e appetibili specie a quelli che avevano acquistato il Prestigio.
Visto che il levoro andava bene, molti fra i Vetrini poterono comperarsi un Prestigio e fu così che per competere fra loro alcuni dovettero spendere una somma sconsiderata per acquistare l' invenzione dell'ingenere meccanico più ispirato, sua Persona Verolino Importanza. Fecero una corsa spietata per accaparrarsi questa macchina:
l'Importanza, una super-accessoriata delux che correva fino a 300Km/h col tettuccio scoperto e con due ruote alte quasi 2 m (proprio per destare una certa importanza).
Molti che non la potevano avere, rossi di invidia si indebitarono e fu così che Vetrinopoli iniziò a perdere gra parte della ricchiezza di cui godeva.
Ma un grande ingegnere delle nuove tecnologie, Girolamo Tuttimicercano, per limitare la vendita di Importanza si mise a costruire un marchingegno sofisticatissimo che costava certamente meno dell'auto e perciò faceva gola specie a chi non poteva permettersi l'Importanza.
Scoppò il boom per comprare il "Micercano" che si illuminava e segnalava la presenza di una possibile video-comunicazione.
Per un pò funzionò, perchè le Vetrine sembravano rapite da chi possedeva quest'ultima tecnologia; i Vetrini allora fecero di tutto, anche quando non potevano permetterselo più cercarono con tutte le forze di comprare Prestigio, Importanza e Micercano con grave detrimento delle risorse e delle finanze di Vetrinopoli.

Angelo

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