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sabato 30 maggio 2009

1995: IMPICCATE IL RESISTENTE SARO-WIWA!


Il 10 novembre del 1995, Ken Saro Wiwa e altri otto attivisti del Movimento per la sopravvivenza del popolo Ogoni (Mosop) venivano impiccati a Port Harcourt, capitale del Rivers State, lo stato nigeriano in cui se concentravano e si concentrano le operazione di sfruttamento petrolifero nel Delta del Niger.
A nulla erano valsee le campagne internazionali che ne avevano chiesto la liberzione, le pressioni del Commonwealth, la mobilitazione di migliaia di persone.
Il dittatore nigeriano Sani Abacha aveva deciso di liberarsi una volta su tutte di questo artista militante che, con le sue battaglie, aveva costretto la Royal Dutch/Shell a sospendere le attività nell'Ogoniland, laterra degli Ogoni.
Scrittore di talento, produttore e sceneggiatore televisivo dal tocco magico (la sua serie tv Basi & Co è stat la soap opera più seguita di tutta la storia africana) Ken Saro Wiwa si era dedicato fin dagli anni novanta a denunciare la guerra silenziosa lanciata dal governo federale e dalle multinazionali del petrolio con i gruppi etnici della regione del Delta, e in particoare gli Ogoni, costretti all'emigrazione e alla miseria a causa delle devastioni ambientali prodotte dallo sfruttamento indiscriminato del greggio.

Dopo aver fondato il Mosop, nel 1990, Saro Wiwa aveva promosso una frenetica azione di sensibilizzazione e mobilitazione, tanto in Nigeria che all'estero, culminata nell'indimenticabile manifestazione del 4 gennaio del 1993, quando trecentomila Ogoni celerarono l'anno dei popoli indigeni protestando pacificamente contro la Shell e il governo federale. Visa la situazione sul terreno, quello stesso mese la compagnia olandese - che a tutt'oggi controlla il cinquanta per cento della produzione nigeriana di greggio - decise di interrompere la operazioni nell'Ogoniland. Ma la decisione non fu senza conseguenze per il popolo Ogoni. Accecato dalla rabbia, Abacha scatenò repentinamente la repressione: decine di persone furono uccise dai militari, diversi villaggi rasi al suolo, parecchi attivisti incarcerati. Lo stesso Saro Wiwa, accusato in un processo farsa di avere istigato l'uccisione di quattro responsabili locali, venne condannato a morte.

Parlando al tribunale lo scrittore disse: "Io e i miei compagni non siamo gli unici ad essere sotto processo. Anche la Shell è sotto processo e verrà il giorno in cui la guerra ambientale da essa scatenata nel Delta sarà messa in discussione e i crimini di questa guerra debitamente puniti". A dieci anni di distanza quel giorno non è ancora arrivato.

10 novembre 2005-Stefano Liberti

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