Apre la BiOsteria della Casa Cantoniera Autogestita
La Biosteria non è una normale trattoria ma un progetto ambizioso per cambiare il mondo partendo da noi stessi!
Avreste mai creduto che un piatto potesse parlare, raccontare di sè, dei suoi ingredienti, delle sue origini e dei suoi viaggi, fino a narrarvi il suo ingresso all’interno di un’osteria o meglio della BiOsteria?
Avreste mai creduto che all’interno dei centri sociali, da sempre luoghi di sperimentazione collettiva di nuove pratiche politiche, spazi di incontro tra donne e uomini uniti dal desiderio di trasformare il mondo, la nascita di un’osteria potesse parlarci direttamente della volontà di costruire un alternativo modo di vivere e quindi di consumare?
Avreste mai creduto che nel tempo della vita messa al lavoro, mercificata e depauperata dalla precarietà, un piatto potesse disegnare concretamente un orizzonte di sottrazione allo sfruttamento?
Avreste mai pensato, che le relazioni tra individui, sempre più confinate nei luoghi che creano profitti privati, riuscissero a trovare nei centri sociali un nuovo luogo dove realizzarsi liberamente attorno ad un tavolo, attraverso la condivisione di cibi e bevande?
Se a tutto ciò non avreste mai creduto, è arrivato il tempo di conoscere la BiOsteria, di assaggiare i suoi piatti, di condividerne il percorso, convinti che sperimentando nuove strade, il desiderio di trasformazione del mondo e delle nostre vite possa divenire realtà.
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Le produzioni agricole e l’alimentazione nel contesto della crisi globale
La crisi non colpisce solo il nostro presente ma annebbia anche il nostro futuro rendendolo incerto su molti piani del nostro essere. Assumendo il dato che tale crisi è endemica e colpisce in primo luogo l’economia, vediamo i suoi risvolti più cruenti abbattersi sulle produzioni agricole e sulla catena alimentare: l’aumento dei prezzi alimentari di prima necessità è sotto gli occhi di tutto il globo. Ciò è dovuto a diversi fattori, in primis l’aumento dei costi energetici e la crescita della classe media nei paesi in via di sviluppo (Cina, Brasile e India). Questo ha incrementato la domanda di proteine animali, la cui produzione, nei grandi allevamenti zootecnici, richiede grandi quantità di cereali. Come se non bastasse i paesi “ricchi” aggravano questa situazione finanziando la produzione di biocarburanti, paventando in essa una soluzione all’inquinamento provocato dall’utilizzo dei vecchi carburanti di derivazione fossile, quali petrolio e carbone. Secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale, la produzione di etanolo derivato dal mais negli Stati Uniti ha contribuito perlomeno all’aumento del 50% della domanda di mais a livello mondiale negli ultimi tre anni. Ciò ha fatto salire il prezzo del mais. È aumentato il prezzo dei mangimi e anche quello di altre colture, soprattutto semi di soia. Tutto ciò compromettendo la stabilità sociale ed economica di paesi che vivono il ricatto di tali scelte di produzione. E’ anche da qui che nascono le rivolte popolari che proprio in questi giorni interessano parti sempre più estese del pianeta.
Bios e Osteria. Per una nuova pratica politica.
La scelta di sperimentare una Bio-Osteria nella Casa Cantoniera Autogestita di Parma avviene inevitabilmente in continuità con tutti i progetti e le attività svolte all’interno dello spazio sociale. Evidente è la sua stretta connessione con il G.A.S. (gruppo di acquisto solidale) che vive all’interno del centro da anni, e soprattutto con la ” Mercatiniera” un mercato delle genuine autoproduzioni, che coinvolge i produttori agricoli delle campagne intorno alla città di Parma. Il mercato è l’esperimento concreto di un nuovo modello di produzione, di consumo consapevole e sostenibile che aggiunge valore in termini di analisi e pratiche reali alla riconversione in un modello di vita alternativa, rispettosa dell’ambiente e continuamente in relazione con esso.
Ma è anche un terreno concreto su cui costruire una riconnessione sociale tra città e campagna , tra spazio urbano e spazio agricolo, tra due modi diversi di intendere il rapporto dell’uomo con la natura, con due mondi che devono entrare in relazione per rivendicare insieme nuove forme di giustizia, sia ambientale che sociale.
E’ partendo dall’utilizzo di un linguaggio capace di consegnare a tutti l’idea della sfida in atto che abbiamo scelto il termine “biosteria”.
Bios una parola in grado di raccontare la complessità sia della vita messa a lavoro, continuamente sfruttata e espropriata dalla violenza capitalistica ma soprattutto in grado di narrare il desiderio di sottrazione dei corpi e delle intelligenze collettive a tale meccanismo.
Una parola che ci rimanda immediatamente alle relazioni della vita umana con le altre forme di vita, con la natura, con la necessaria responsabilità di difendere l’ambiente dallo sfruttamento, le risorse naturali dalla privatizzazione.
Innestare la parola bios in quella osteria è la nostra prima sfida.
L’osteria non è altro che quel luogo pubblico dove si mesce il vino e si consumano i pasti. Un luogo pubblico, e non privato, dove le persone si incontrano, si conoscono, condividono del tempo, si innamorano. Costruiscono la socialità, quell’intensa rete di relazioni che dà vita alle comunità, rompendo la monotonia dell’individualismo e conferendo senso alla propria esistenza, mai solitaria ma sempre in rete con le altre.
Ma l’osteria è soprattutto un luogo che ci racconta anche la specificità della nostra storia, quella di popolazioni che attorno a questi luoghi comuni hanno costruito un modo di essere, narrato le vicende, inventato le rivoluzioni.
Km Zero, Rifiuti Zero, Inquinamento Zero
La BiOsteria costruisce pratiche che devono necessariamente divenire COMUNI come l’utilizzo di materie prime senza filiera (km 0), il non utilizzo di packaging, la promozione di un’agricoltura naturale, la trasformazione di alimenti nel pieno rispetto delle materie prime e della stagionalità degli alimenti, il tutto correlato da una corretta gestione dei rifiuti attraverso la raccolta differenziata, l’abolizione di bicchieri e stoviglie usa e getta e il compostaggio dei rifiuti organici. Tutti accorgimenti che uniti alla prossima realizzazione di pannelli solari, fotovoltaici e termici, realizzeranno una vera e propria BiOsteria ad impatto zero.
Sfruttamento Zero. Reddito e valore sociale del lavoro.
Il progetto della BiOsteria non solo intende costruire un nuovo rapporto con l’ambiente, partendo dalla necessità di rispettarlo e di inventare buone pratiche che ne valorizzino le risorse naturali, entrando in relazione con un mercato alternativo di prodotti naturali e con il g.a.s., ma si assume anche la responsabilità di indagare il rapporto con le forme contemporanee di lavoro.
E’ innegabile che per produrre un qualsiasi bene, sia esso materiale o immateriale, è necessario sviluppare saperi, metterli a verifica nel processo produttivo e confrontarsi con l’elemento che è alla base di tale operazione, ovvero la fatica. E’ altrettanto vero che nel contesto attuale, quello prodotto dalla crisi globale, assistiamo alla riduzione in schiavitù di fasce sempre più estese di popolazione, che con il divenire precario del lavoro, vedono le proprie condizioni materiali di vita raggiungere i livelli di povertà. Il continuo ricatto a cui le generazioni precarie sono costrette ci segnalano la necessità di riprendere in mano la parola lavoro e conferirle un nuovo significato in grado di riconoscere la dignità attraverso nuovi diritti.
Nella BiOsteria vogliamo affrontare il nodo del lavoro riconoscendo il suo valore sociale e facendo i conti con la costruzione di forme di reddito che sottraggano la vita allo sfruttamento. Alla base di tale pratica assumiamo come prioritario sovvertire il meccanismo classico che determina i rapporti tra produttore e consumatore.
Immaginare tale rapporto come uno scambio paritario e quindi non più nell’ottica del profitto privato (elevati prezzi al consumo e continua riduzione dei costi di produzione) ci consegna la possibilità di scambiare conoscenze attraverso la trasformazione di materie prime naturali e di produrre autoreddito grazie a chi usufruisce di tale scambio.
Pratiche territoriali per un comune ecologico
Occorre riportare la centralità su una discussione politica incentrata su un nuovo modello di sviluppo e produzione che non rispecchi più i dettami di un capitalismo ormai messo in totale crisi dal suo stesso essere. Ri-pensiamo la concezione ecologica non più solo come una forma di resistenza alle politiche liberiste che hanno dimostrato il loro fallimento, aumentando le differenze sociali e negando a popolazioni intere la propria sovranità alimentare, ma anche con la capacità di intendere l’ecologia come un nuovo paradigma di COMUNE, reale e sostenibile, raggiungibile solo grazie ad una reale riconversione dei sistemi di produzione in termini di rispetto ambientale e sociale.
Per questo crediamo fermamente che oggi una lotta territoriale dal basso possa realmente cambiare le carte in tavola a livello globale.
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Ogni venerdì e sabato sera
solo su prenotazione
chiamare entro il giovedì per consentire alla BiOsteria di reperire i prodotti naturali.
Menù fisso a 15 euro
elaborato per rispettare la stagionalità dei prodotti
con antipasto, primo, secondo, contorni, vino e caffè
per carnivori, vegetariani e vegani (specificare le esigenze al momento della prenotazione!)
Per info e prenotazioni:
3206466309
3333467642
da GlobalProject.org
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