lunedì 31 gennaio 2011
Dopo la Tunisia,l’Albania, l’Algeria e l’Egitto forse passando per la Libia toccherà all’Iran “La guerra è vicina”
di Marco Barone da Reset-Italia
Vorrei tanto poter credere nella spontaneità di queste rivolte. Vorrei tanto credere nelle rivolte libere ed incondizionate del popolo, che dopo anni ed anni di dittatura, anche tollerata da forze straniere amiche come gli Usa, ora così all’improvviso esplodono in un senso di rabbia che comporterà morti, distruzione e falsa libertà.
Ho la netta sensazione, vista anche la tempistica che caratterizza questi episodi di rivolta, che esiste una sola regia internazionale governata dai servizi americani/israeliani.
E’ in corso operazione accerchiamento. Vedi Tunisia, Algeria ed Egitto.
Ed ecco che in Libia succede che il governo ha abolito tutte le tasse che gravano sul prezzo dei beni alimentari in vendita nel paese. “Questa misura – si legge in una nota diffusa dal governo – ha come obiettivo quello di impedire che il paese risenta dell’aumento del prezzo di questi prodotti causato dalla crisi economia mondiale”.
La Libia cosi’ in via di apparenza non avrebbe motivi per subire una rivolta popolare guidata e voluta da altri interessi che condurranno al non lontano Iran.
Si specula sulla sofferenza del popolo, vi saranno e vi sono vittime sacrificali non per la democrazia e la libertà ma per rafforzare gli interessi di Israele e dell’Arabia, che vogliono colpire l’Iran il prima possibile.
Ed allora ecco una dietro l’altra rivolte nate dal nulla, nate su elementi che incidono direttamente sul grado minimo di sopravvivenza come il costo del cibo, ed il gioco è fatto.
Mirhoussein Mousavi, principale oppositore del governo di Ahmadinejad ha dato il suo appoggio alle manifestazioni egiziane. Sul suo sito web collega gli ultimi eventi in Egitto e Tunisia a quel giugno del 2009 quando gli iraniani per le strade di Teheran chiedevano “Dov‘è il mio voto?” e ammonisce il regime, questo è il tuo futuro.
Mousawi che per quello che è dato comprendere non è ad oggi raggiungibile. Probabilmente lo sarà nel momento in cui la rivolta partirà anche in Iran, nel momento in cui dovrà prendere il potere su volontà indotta dal popolo e su totale ed integrale indirizzo americano ed israeliano.
WIKILEAKS, sostiene che gli Stati Uniti, pur appoggiando in Egitto il governo alleato di Hosni Mubarak, da almeno tre anni sostengono segretamente alcuni dissidenti che sarebbero dietro la rivolta di piazza di questi giorni come parte di un piano per favorire un «cambio di regime» in senso democratico al Cairo nel 2011.
Mubarak è stato difeso fino all’ultimo secondo, da Obama, ciò dovevano farlo e lo hanno fatto per celare il loro diretto coinvolgimento in tale operazione.
Ora direte ma perchè tutto ciò e anche coinvolgendo un governo amico come quello di Mubarak?
Io credo che il tutto è stato programmato nel corso del tempo e studiato nei minimi particolari per
provocare rivolte popolari, sovvertire ordini non democratici con finti governi democratici protetti direttamente dagli Usa ed Israele, far incrementare il senso di precarietà nel popolo e nel mondo affinchè queste rivolte possano nascere ed affermarsi in via inevitabile in Iran.
Quale miglior intervento in Iran se non tramite una rivolta popolare che segue rivolte come quella tunisina o egiziana? Mubarak può essere sacrificato, probabilmente troverà, guarda caso, ospitalità in Inghilterra, si insedierà governo manovrato da forze amiche e da uomini di fiducia degli Usa utilizzando e sfruttando
Mohammed ElBaradei e uomini fedeli alla causa di Stato.
La rivolta albanese, che territorialmente si colloca in zona distante dall’Egitto, Algeria, Tunisia e probabilmente Libia, Libia ad alto rischio a questo punto di rivolta indotta popolare, è nata forse per colpire un premier comunista, forse per conferire la sensazione che in una certa area del mondo, non molto distante dall’Iran, si verificano rivolte popolari; rivolte popolari apparentemente libere, libere di cambiare i governi, di demolire le dittature,e se ciò succede alle porte dell’Europa ed in un paese che è membro della Nato, allora perchè ciò non può accadere in Iran?
Che sia ben chiaro con ciò non voglio difendere le dittature,anzi, ma credo che sia necessario riflettere su alcuni eventi, sulla tempistica, le coincidenze non esistono. Il tempo anche in questo caso conferirà ogni risposta utile, voglio esser il primo a credere nella spontaneità di queste rivolte, ma ho forti dubbi e molte perplessità che lo siano pienamente ed integralmente.
Ho la sensazione che dietro queste operazioni si celi una sola mano, che vi sia una sola regia internazionale con l’unico scopo di proteggere Israele e le sue bombe atomiche, e colpire l’Iran e le sue centrali nucleari.
Soliti giochi di potere, ma con molte vittime reali, tante vittime sacrificali nel nome del loro Sistema di governo del potere mondiale.
http://baronemarco.blogspot.com/
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