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lunedì 2 agosto 2010

A trent'anni dalla strage di Bologna


2 agosto 2010, vogliamo ricordare a 30 anni esatti dall’accaduto la strage di Bologna l’evento che causò la morte di 85 persone ed il ferimento o la mutilazione di oltre 200.

Erano le 10,25, nella sala d'aspetto di 2º classe della Stazione di Bologna Centrale, piena di gente in partenza per le vacanze, quando un ordigno a tempo, contenuto in una valigia abbandonata, esplose, causando il crollo dell'ala ovest dell'edificio.

L'esplosivo era posto nella valigia, sistemata a circa 50 centimetri d'altezza su di un tavolino portabagagli sotto il muro portante dell'ala ovest, allo scopo di aumentarne l'effetto. La bomba era composta da 23 kg di esplosivo, una miscela di 5 kg di tritolo e T4 detta "Compound B", potenziata da 18 kg di gelatinato (nitroglicerina ad uso civile).

Nei giorni immediatamente successivi, l’attentato fu attribuito dal Governo a cause fortuite, ovvero all'esplosione di una caldaia nel sotterraneo della stazione. Ma appena apparvero più chiare le dinamiche e fu palese una matrice terrorista, attribuirono la responsabilità della strage al terrorismo nero.

In molti accorsero per dare i primi soccorsi, contribuendo ad estrarre le persone sepolte dalle macerie. Nei giorni successivi, in tutta Italia, vi furono manifestazioni di sdegno e di protesta da parte della popolazione.

Venti giorni dopo la Procura della Repubblica di Bologna emise ventotto ordini di cattura nei confronti di militanti di estrema destra dei Nuclei Armati Rivoluzionari: Roberto Fiore e Massimo Morsello, Francesca Mambro, Elio Giallombardo, Amedeo De Francisci, Massimiliano Fachini, Roberto Rinani, Giuseppe Valerio Fioravanti, Claudio Mutti, Mario Corsi, Paolo Pizzonia, Ulderico Sica, Francesco Bianco, Alessandro Pucci, Marcello Iannilli, Paolo Signorelli, PierLuigi Scarano, Francesco Furlotti, Aldo Semerari, Guido Zappavigna, GianLuigi Napoli, Fabio De Felice, Maurizio Neri. Vengono subito interrogati a Ferrara, Roma, Padova e Parma. Tutti saranno scarcerati nel 1981.

Come è avvenuto per altri casi della storia d' Italia accaddero diversi episodi di depistaggio, organizzati per far terminare le indagini.

Il più eclatante fu quello organizzato da alcuni vertici dei servizi segreti del SISMI, tra i quali Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte, che collocarono, tramite da un sottufficiale dei carabinieri, una valigia piena di esplosivo, dello stesso tipo che fece esplodere la stazione, contenente oggetti personali di due estremisti di destra, un francese e un tedesco.

Lo stesso Musumeci produsse anche un dossier fasullo, denominato "Terrore sui treni", in cui riportava gli intenti stragisti dei due terroristi internazionali in relazione con altri esponenti dell'eversione neofascista.
Attorno a questa strage, come era già avvenuto per la Strage di piazza Fontana nel 1969, l’Italicus ed altre ancora, si creò un filone di affermazioni, controaffermazioni, piste vere e false, tipiche di altri tragici avvenimenti della cosiddetta strategia della tensione.

Solo 15 anni dopo, il 23 novembre 1995, vennero condannati all'ergastolo, quali esecutori dell'attentato, i neofascisti dei NAR Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, che si sono sempre dichiarati innocenti, mentre l'ex capo della P2 Licio Gelli, l'ex agente del SISMI Francesco Pazienza e gli ufficiali del servizio segreto militare Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte vennero condannati per il depistaggio delle indagini. I possibili mandanti della strage non sono mai stati scoperti.

Intorno ai veri esecutori e ai mandanti dell'attentato si sono sempre sviluppate numerose ipotesi e strumentalizzazioni politiche divergenti dai fatti processuali che hanno portato alle condanne definitive dei presunti esecutori materiali della strage.

Il 2 agosto è considerata la giornata in memoria di tutte le stragi e nella ricostruzione dell'ala della stazione distrutta è stato creato uno squarcio nella muratura. All'interno, nella sala d'aspetto, è stata mantenuta la pavimentazione originale nel punto dello scoppio. È stato mantenuto intatto uno degli orologi nel piazzale antistante la stazione ferroviaria, quello che si fermò alle 10:25. Il cippo commemorativo nella stazione di Bologna contiene l'elenco delle "vittime del terrorismo fascista".

Per la prima volta quest’anno, nel trentennale della strage, nessun rappresentante del governo sarà presente in veste ufficiale alla cerimonia

da Indymedia