“Il cuore ha le sue prigioni che l’intelligenza non apre”. (Marcel Jouhandeau)
La settimana scorsa Ascanio Celestini mi ha mandato questa dedica:
- A Carmelo che dopo un po' di mie parole ora legge anche la mia pessima calligrafia. Avanti!
Ascanio.
È noioso e patetico che un prigioniero, un uomo ombra, parli e scriva spesso di carcere.
Ed è pure noioso che un uomo ombra parli e scriva sempre di ergastolo, ma è bellissimo che lo faccia Ascanio Celestino, un uomo libero con l’amore nel cuore.
Alla vigilia del suo spettacolo “Pro Patria” alla domanda “Quindi dopo aver raccontato la resistenza e la fabbrica, il manicomio, questa volta punti lo zoom sulla galera?” lui risponde:
(…) Sono tutte istituzioni molto simili fra loro (…) Se osserviamo l’evoluzione del nostro paese attraverso la cultura legata alla giustizia, più che alla prigione, purtroppo scopriamo che il paese non è andato molto avanti, anche rispetto allo stesso Cesare Beccaria, che condannava la tortura e la pena di morte, come se l’ergastolo non fosse peggio. Noi del resto abbiamo superato la tortura e la pena di morte solamente in parte, perché il 14bis e il 41bis sono forme di tortura, e nelle nostre galere vi sono soggette più di mille persone. Potrebbero godere di un regime migliore solo se facessero il nome di qualcun altro: il “pentito” è una figura che esiste solo in Italia, forse anche perché è un paese cattolico. Tra le storie che ho raccolto per lo spettacolo, ho conosciuto uno che è finito in galera dieci anni dopo un omicidio commesso assieme al fratello più grande. Quando esce di galera emigra dal sud al nord e cambia vita. Dopo dieci anni il fratello viene arrestato, ma fa il suo nome e si assicura l’impunità. (…)
Ascanio, scusa se all’intervista aggiungerei che l’ergastolano ostativo a qualsiasi beneficio, quello che se non collabora e non diventa un “pentito”, è il solo essere nell’universo che sa dove morirà: in una cella, coperto fra sbarre e cemento;
che non sempre le leggi coincidono con la giustizia, perché non è giusto acquistare la libertà prendendola da un altro;
che l’Italia è il paese più condannato dalla Corte europea dei diritti umani, si può dire più criminale dei delinquenti abituali, e per giunta a piede libero;
che si parla spesso di criminalità, ma non si parla quasi mai di criminalità politica e istituzionale organizzata;
che sicuramente senza la mafia dei poteri forti non esisterebbe neppure la mafia sottoposta al regime di tortura del 41bis, del 14bis e del 4bis;
che un uomo ombra a differenza di tutti gli altri umani non può più guardare avanti, può solo guardare indietro.
Grazie Ascanio, di essere uno dei pochi amici dei colpevoli e cattivi per sempre. Il mio cuore ti manda un sorriso fra le sbarre della mia cella.
Carmelo Musumeci
Uomo ombra del carcere di Spoleto, febbraio 2012
www.carmelomusumeci.com