Quanto è grande un cimitero?
Può esser piccolo, piccolissimo a volte;
altre volte può essere grande, immenso, grande quanto un mare;
a volte può esser grande quanto il mar Mediterraneo…
Ma a chi interessa. Nella palude dell’indifferenza ci si sguazza che è una meraviglia!
A chi interessa se una PERSONA si impicca nel centro di espulsione romano di Ponte Galeria?
A chi interessa se è tunisina e se non aveva il permesso di soggiorno?
Nabruka M., non vedeva la Tunisia da trent’anni, da quando negli anni ‘80 era arrivata in Italia.
Nel 1999, grazie alla sanatoria Turco-Napolitano, ottiene un permesso di soggiorno.
Ma due anni dopo non è in grado di rinnovarlo e arriva la prima espulsione:
quindici giorni di tempo per lasciare il territorio italiano.
Nabruka M. decide di restare e nel 2003 viene arrestata per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Sconta cinque anni nel carcere di Rebibbia e poi passa ad un centro riabilitativo e dal 24 aprile viene,infine, trasferita al CIE, il centro romano di espulsione di Ponte Galeria (che è come un carcere in pratica).
Ieri doveva essere rimpatriata nel suo paese d’origine ma ella non voleva tornare indietro.
Non poteva crederci:
diceva che nessuno l’aspettava e che non aveva più nulla lì. Poi si vergognava di quel che aveva fatto e quindi aveva paura di come sarebbe stata accolta.
E così, con un gesto disperato, a soli 49 anni, Nabruka M., si impicca nel bagno del centro di espulsione con la sua maglietta elasticizzata.
Ma di queste PERSONE,
di Nabruka M., chi se ne fotte?!
Può esser piccolo, piccolissimo a volte;
altre volte può essere grande, immenso, grande quanto un mare;
a volte può esser grande quanto il mar Mediterraneo…
Ma a chi interessa. Nella palude dell’indifferenza ci si sguazza che è una meraviglia!
A chi interessa se una PERSONA si impicca nel centro di espulsione romano di Ponte Galeria?
A chi interessa se è tunisina e se non aveva il permesso di soggiorno?
Nabruka M., non vedeva la Tunisia da trent’anni, da quando negli anni ‘80 era arrivata in Italia.
Nel 1999, grazie alla sanatoria Turco-Napolitano, ottiene un permesso di soggiorno.
Ma due anni dopo non è in grado di rinnovarlo e arriva la prima espulsione:
quindici giorni di tempo per lasciare il territorio italiano.
Nabruka M. decide di restare e nel 2003 viene arrestata per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Sconta cinque anni nel carcere di Rebibbia e poi passa ad un centro riabilitativo e dal 24 aprile viene,infine, trasferita al CIE, il centro romano di espulsione di Ponte Galeria (che è come un carcere in pratica).
Ieri doveva essere rimpatriata nel suo paese d’origine ma ella non voleva tornare indietro.
Non poteva crederci:
diceva che nessuno l’aspettava e che non aveva più nulla lì. Poi si vergognava di quel che aveva fatto e quindi aveva paura di come sarebbe stata accolta.
E così, con un gesto disperato, a soli 49 anni, Nabruka M., si impicca nel bagno del centro di espulsione con la sua maglietta elasticizzata.
Ma di queste PERSONE,
di Nabruka M., chi se ne fotte?!