L'accoglienza in Puglia è legge. Nel vero senso della parola, dato che ieri il Consiglio regionale ha approvato le norme "per l'accoglienza, la convivenza civile e l'integrazione degli immigrati in Puglia". Un provvedimento approvato con i voti favorevoli della maggioranza di centrosinistra e contrari dell'opposizione, che va ben al di là dei ventiquattro articoli che lo compongono. Nel testo, infatti, come ha spiegato un emozionato Nichi Vendola, «c'è una grandissima rivoluzione, perché invece di dire che l'immigrazione è un problema cui rispondere in termini repressivi, ribadiamo che è una risorsa che noi intendiamo accogliere».
Il disegno di legge, su cui l'aula non ha apportato modifiche degne di nota, prevede l'istituzione della Consulta regionale per l'integrazione degli immigrati e dell'Osservatorio regionale per l'immigrazione, trovando i suoi capisaldi soprattutto nell'assistenza sanitaria, istruzione e lavoro. È destinato ai cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea e gli apolidi in regola con le disposizioni sull'ingresso e il soggiorno nel territorio nazionale. Tra le principali novità, merita attenzione l'accesso alle cure sanitarie urgenti agli immigrati, scegliendo la via ordinaria dell'iscrizione di tutti gli immigrati all'assistenza medica di base, compresi quelli temporaneamente presenti sul territorio. Nel 2008 in Puglia ci sono stati 63mila immigrati residenti e circa 51mila permessi di soggiorno per motivi di lavoro. Ed è proprio sull'assistenza sanitaria che si concentrano le principali perplessità del centrodestra, che parla di «principi giusti, ma di legge demagogica e ideologica, in quanto la sanità è indebitata per oltre un miliardo di euro e non è in grado di garantire i diritti essenziali neanche ai pugliesi».
L'assistenza medica di base, invece, sarà garantita e - ha sottolineato l'assessore alla Solidarietà sociale e promotrice della legge, Elena Gentile - «le aziende sanitarie sono tenute a rendere concretamente fruibili per i cittadini stranieri non iscritti al servizio sanitario regionale, anche con opportuni progetti di informazione, di educazione alla salute e utilizzando i mediatori culturali, tutte le prestazioni previste». Anche il dubbio di incostituzionalità sollevato dall'opposizione viene rigettato. «Non un articolo, non un comma, non una definizione di questa legge - ha evidenziato la Gentile - sfuggono alla trama del testo unico in vigore a livello nazionale». Nella legge figurano inoltre la disciplina dei servizi di mediazione culturale, formazione professionale, inserimento lavorativo, interventi abitativi e assistenza per le vittime di tratta, violenza e schiavitù. Un ulteriore elemento è dato dall'adozione degli standard degli "alberghi diffusi", utilizzati dagli immigrati impiegati nei campi agricoli.
http://bari.repubblica.it/dettaglio/varata-la-legge-sullimmigrazione/1788266
mercoledì 25 novembre 2009
L'impunita' eterna per Silvio Berlusconi e l'archiviazione immediata per Prodi
Archiviata la posizione di Romano Prodi nell'inchiesta "Why Not".
Nonostante lo sforzo di importanti testate giornalistiche nazionali, la cosa continua a suscitare dubbi o, quantomeno, risolini ironici che non cesseranno mai. Purtroppo. Eppure Romano Prodi aveva il diritto di uscirne senza alcuno strascico se, come dice il GIP di Catanzaro, era estraneo ai reato a suo carico che Luigi de Magistris (all'epoca PM) aveva iscritto nel Registro delle Notizie di Reato tenuto presso la Procura di Catanzaro. C'è il Diritto al "giusto processo" e c'è il diritto alla "definitiva assoluzione". Ma c'è anche il diritto al proscioglimento senza ombre e sospetti, senza quei risolini ironici con cui molti commentano la notizia dell'archiviazione. Una smorfia che pesa più di una condanna, perché è inappellabile.
Come ci si può difendere da una risata che sconfina in un ammiccamento? Come se una donna portasse in tribunale qualcuno dicendosi oltraggiata per un occhiolino malizioso: ne risulterebbe un oltraggio ben maggiore, unito agli sberleffi di chiunque fosse lì presente. Il fatto è che quel procedimento penale, venne sottratto al giudice naturale (PM De Magistris) commettendo un abuso. Fatto accertato dai magistrati di Salerno. Poi venne assegnato ad un pool di magistrati (di Catanzaro) che avevano commisero una serie di abusi, sempre rilevati dai PM salernitani, culminando con abusi talmente gravi da essere sanzionati dal pur compiacente Consiglio Superiore della Magistratura con il trasferimento. Decisione confermata persino dalla Suprema Corte di Cassazione che, in quanto a compiacenze verso certe nefandezze giudiziarie, può scrivere trattati enciclopedici. Come se non bastasse, uno dei PM delegati alle indagini su Why Not chiese ed ottenne di esserne esentato: gli veniva impedito di svolgere le indagini. E venne accontentato. Con queste premesse, poteva l'archiviazione apparire come una decisione presa da un giudice terzo sulla base degli indispensabili elementi probatori pro o contro che fossero? Ma non è solo Romano Prodi a pagare lo scotto di tante leggerezze. Pensate alla legge ponte per garantire l'immunità a Berlusconi nell'attesa che una modifica alla Costituzione Italiana lo immunizzi per l'eternità (giudiziaria, per l'altra non ci sono maggioranze che tengano!). Chi toglierà dalla mente degli italiani che la tiepidezza del PD, con quel popò di giuristi che si ritrova, non sia la controprestazione per un favore a Prodi ed eventuali altri implicati nelle faccende appena indagate da Luigi de Magistris?
http://toghelucane.blogspot.com/
Nonostante lo sforzo di importanti testate giornalistiche nazionali, la cosa continua a suscitare dubbi o, quantomeno, risolini ironici che non cesseranno mai. Purtroppo. Eppure Romano Prodi aveva il diritto di uscirne senza alcuno strascico se, come dice il GIP di Catanzaro, era estraneo ai reato a suo carico che Luigi de Magistris (all'epoca PM) aveva iscritto nel Registro delle Notizie di Reato tenuto presso la Procura di Catanzaro. C'è il Diritto al "giusto processo" e c'è il diritto alla "definitiva assoluzione". Ma c'è anche il diritto al proscioglimento senza ombre e sospetti, senza quei risolini ironici con cui molti commentano la notizia dell'archiviazione. Una smorfia che pesa più di una condanna, perché è inappellabile.
Come ci si può difendere da una risata che sconfina in un ammiccamento? Come se una donna portasse in tribunale qualcuno dicendosi oltraggiata per un occhiolino malizioso: ne risulterebbe un oltraggio ben maggiore, unito agli sberleffi di chiunque fosse lì presente. Il fatto è che quel procedimento penale, venne sottratto al giudice naturale (PM De Magistris) commettendo un abuso. Fatto accertato dai magistrati di Salerno. Poi venne assegnato ad un pool di magistrati (di Catanzaro) che avevano commisero una serie di abusi, sempre rilevati dai PM salernitani, culminando con abusi talmente gravi da essere sanzionati dal pur compiacente Consiglio Superiore della Magistratura con il trasferimento. Decisione confermata persino dalla Suprema Corte di Cassazione che, in quanto a compiacenze verso certe nefandezze giudiziarie, può scrivere trattati enciclopedici. Come se non bastasse, uno dei PM delegati alle indagini su Why Not chiese ed ottenne di esserne esentato: gli veniva impedito di svolgere le indagini. E venne accontentato. Con queste premesse, poteva l'archiviazione apparire come una decisione presa da un giudice terzo sulla base degli indispensabili elementi probatori pro o contro che fossero? Ma non è solo Romano Prodi a pagare lo scotto di tante leggerezze. Pensate alla legge ponte per garantire l'immunità a Berlusconi nell'attesa che una modifica alla Costituzione Italiana lo immunizzi per l'eternità (giudiziaria, per l'altra non ci sono maggioranze che tengano!). Chi toglierà dalla mente degli italiani che la tiepidezza del PD, con quel popò di giuristi che si ritrova, non sia la controprestazione per un favore a Prodi ed eventuali altri implicati nelle faccende appena indagate da Luigi de Magistris?
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'OLTRE IL SILENZIO, OLTRE OGNI VIOLENZA ...'
MONTERONI DI LECCE (Lecce) -Oggi, mercoledì 25 novembre, alle ore 16.00, presso la Casa dello Studente in Via del Mare a Monteroni di Lecce, si svolgerà l’incontro dibattito dal titolo “Oltre il Silenzio, oltre ogni violenza… … per scegliere la vita”.
Il convegno organizzato dall’Assessorato alle Politiche Sociali e Pari Opportunità del Comune di Monteroni di Lecce, ha lo scopo di dare vita ad uno spazio di sensibilizzazione e riflessione su un tema importante quale quello sulla violenza sulle donne.
La manifestazione si aprirà con i saluti di: Lino Guido, Sindaco di Monteroni Monteroni; Paolo Perrone, Sindaco di Lecce, Antonio Gabellone, Presidente della Provincia di Lecce; Filomena D’Antini Solero, Assessore alle Politiche Sociali e Pari Opportunità della Provincia di Lecce e Fulvio Lecciso, Presidente dell’Ambito LE/1.
A seguire si svolgerà la relazione introduttiva di Annamaria Longo, Assessore alle Politiche Sociali e Pari Opportunità del Comune di Monteroni e la relazione tematica di Maria Mancarella, Docente di Sociologia della Famiglia dell’Università del Salento.
Verrà poi proiettato il film “Ti do i miei occhi”, pellicola premiata, nel 2003, al 51° Festival Internazionale di San Sebastiano e vincitrice di 7 Premi Goya.
La manifestazione avrà temine con gli interventi programmatici di Rossella Fatano, Responsabile del Centro di cura e Prevenzione della Violenze della Asl di Lecce; Sandra Meo, Vice Questore aggiunto della Polizia di Lecce; Paola Calò, Dirigente Psichiatrico del Centro di Salute Mentale dell’Asl di Lecce; Attilio Pisanò, Docente di Diritti Umani dell’Università del Salento e Erminia Cobuzzi, Pedagogista.
Nel corso della mattinata del 25 novembre, in Piazza a Monteroni, verrà allestito un gazebo nel quale verranno distribuiti fiocchi bianchi e materiale informativo riguardante la violenza sulle donne.
“La violenza sulle donne avviene quasi sempre in contesti protetti – afferma Annamaria Longo, Assessore alle Politiche Sociali e Pari Opportunità del Comune di Monteroni - come la casa e i luoghi di lavoro, ed è sempre più opera di persone conosciute, è una violenza che si ripercuote anche sui bambini e dai molteplici risvolti.
Da qui la necessità di dare vita a un dibattito e a un confronto su un argomento che troppo spesso nasconde imbarazzo.
La violenza sulle donne – conclude l’Assessore Longo - è un problema delle donne è un fenomeno trasversale, che assume forme e manifestazioni diverse, con costi umani e sociali inaccettabili”.
http://www.salentopocket.it/article-8840-thread-0-0.html
Il convegno organizzato dall’Assessorato alle Politiche Sociali e Pari Opportunità del Comune di Monteroni di Lecce, ha lo scopo di dare vita ad uno spazio di sensibilizzazione e riflessione su un tema importante quale quello sulla violenza sulle donne.
La manifestazione si aprirà con i saluti di: Lino Guido, Sindaco di Monteroni Monteroni; Paolo Perrone, Sindaco di Lecce, Antonio Gabellone, Presidente della Provincia di Lecce; Filomena D’Antini Solero, Assessore alle Politiche Sociali e Pari Opportunità della Provincia di Lecce e Fulvio Lecciso, Presidente dell’Ambito LE/1.
A seguire si svolgerà la relazione introduttiva di Annamaria Longo, Assessore alle Politiche Sociali e Pari Opportunità del Comune di Monteroni e la relazione tematica di Maria Mancarella, Docente di Sociologia della Famiglia dell’Università del Salento.
Verrà poi proiettato il film “Ti do i miei occhi”, pellicola premiata, nel 2003, al 51° Festival Internazionale di San Sebastiano e vincitrice di 7 Premi Goya.
La manifestazione avrà temine con gli interventi programmatici di Rossella Fatano, Responsabile del Centro di cura e Prevenzione della Violenze della Asl di Lecce; Sandra Meo, Vice Questore aggiunto della Polizia di Lecce; Paola Calò, Dirigente Psichiatrico del Centro di Salute Mentale dell’Asl di Lecce; Attilio Pisanò, Docente di Diritti Umani dell’Università del Salento e Erminia Cobuzzi, Pedagogista.
Nel corso della mattinata del 25 novembre, in Piazza a Monteroni, verrà allestito un gazebo nel quale verranno distribuiti fiocchi bianchi e materiale informativo riguardante la violenza sulle donne.
“La violenza sulle donne avviene quasi sempre in contesti protetti – afferma Annamaria Longo, Assessore alle Politiche Sociali e Pari Opportunità del Comune di Monteroni - come la casa e i luoghi di lavoro, ed è sempre più opera di persone conosciute, è una violenza che si ripercuote anche sui bambini e dai molteplici risvolti.
Da qui la necessità di dare vita a un dibattito e a un confronto su un argomento che troppo spesso nasconde imbarazzo.
La violenza sulle donne – conclude l’Assessore Longo - è un problema delle donne è un fenomeno trasversale, che assume forme e manifestazioni diverse, con costi umani e sociali inaccettabili”.
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