Tutti assolti, in appello, i nove attivisti dei centri sociali di Napoli accusati di estorsione aggravata per aver partecipato, nell'autunno del 2005, a un'iniziativa di protesta contro il carovita. I fatti si riferiscono al presidio, organizzato da oltre duecento precari dentro l'Ipercoop di Afragola, che ha sancito l'inizio di una campagna nazionale contro la crisi che coinvolse, nei mesi a venire, sindacati di base, centri sociali, collettivi di precari e disoccupati in decine di iniziative.«Allora aprimmo uno scontro politico sul tema del diritto al reddito, oggi ancor più centrale» spiega Antonio del Laboratorio Insurgencia. La risposta, durissima, è culminata con la condanna, per nove ragazzi del "Comitato per la IV settimana", a tre anni e 4 mesi di pena, più cinque anni di interdizione dai pubblici uffici. Un'assurdità, soprattutto perché quel presidio si concluse con la messa a disposizione volontaria, da parte dell'Ipercoop, di pasta e pelati distribuiti gratuitamente agli stessi clienti del supermercato per un valore complessivo di 350 euro. Un'iniziativa spontanea, pacifica, che fu addirittura condivisa dalla direzione aziendale che, pochi mesi dopo, intavolò con i "Comitati per la Quarta Settimana" una contrattazione che definì un paniere di prodotti di prima necessità a prezzi calmierati. «Fu un risultato importante e significativo» ricorda Antonio «che seppe interpretare il disagio dei ceti popolari della società i quali, già prima dell'esplodere dell'attuale fase di crisi economica, pativano l'aumento generalizzato dei prezzi e delle tariffe». Fortunatamente, ieri è arrivata l'assoluzione. «Non ce lo aspettavamo» ammettono dal movimento napoletano «ma evidentemente, in tempo di crisi e nuovo carovita, ben più grave di quello di cinque anni fa, condannare nove persone per "estorsione di pummarole" sarebbe stato ridicolo e giuridicamente inaccettabile visto che si è cercato di usare articoli del codice penale, relativi appunto al reato di estorsione, per sanzionare un'iniziativa non certo volta all'arricchimento personale». In solidarietà con i nove attivisti, ieri mattina, fuori dal tribunale di Napoli c'erano in presidio decine di compagni dei movimenti di lotta, dei centri sociali, rappresentanti del sindacalismo di base e studenti dei collettivi. La giornata di mobilitazione «contro la criminalizzazione del conflitto sociale e per ribadire le ragioni che sottendono alle varie forme e modalità di lotta sotto processo» è iniziata alle nove e non si è fermata nemmeno dopo la, inaspettata, buona notizia proveniente dall'aula: alle 16, da piazza Carlo III, è partita una "carovana di solidarietà" che ha raggiunto l'Ipercoop di Afragola «per volantinare e dialogare con i cittadini che, ogni giorno, affollano centri commerciali e che, oggi come nell'ottobre del 2005, continuano a pagare i costi economici della crisi». Oggi, invece, tutta l'attenzione dei movimenti è volta a qualche migliaia di chilometri più a nord, a Copenaghen, dove si svolgerà l'udienza preliminare di Luca Tornatore, ricercatore di Fisica all'università di Trieste, arrestato durante il Vertice Mondiale sul Clima. «Pretendiamo» hanno scritto un mese fa in un sentito appello, ad oggi firmato da circa mille persone, amici e colleghi di Luca «il rilascio immediato del Dott. Tornatore, prima di tutto perché totalmente innocente, poi perché la sospensione dello stato di diritto, le provocazioni e le menzogne rendono la mancanza di Luca insopportabile per tutti noi e per tutti quelli che condividono, con serietà, le sue preoccupazioni per il futuro del nostro pianeta».
da Indymedia
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