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"Ho fatto riferimento - ha proseguito - alla mia preoccupazione per alcuni disegni di legge, alcuni in corso di approvazione, mi riferisco a quello sulle intercettazioni, altri all'esame del Parlamento, mi riferisco alla riforma del codice di procedura penale, che a mio parere rischiano di aggravare la situazione di difficoltà investigativa della magistratura, soprattutto nei procedimenti più delicati sulle organizzazioni criminali, anche sul versante dei rapporti coi colletti bianchi. Poi ho aggiunto che da parte dei cittadini occorre, come ci ricordavano Falcone e Borsellino, una partecipazione attiva". Ingroia non smentisce però di avere usato l'espressione "soluzione finale": "Ho detto che sono saltati dei paletti importanti e fondamentali e che se venissero approvati, questi disegni di legge metterebbero in crisi l'autonomia e l'indipendenza della magistratura, vale a dire un pilastro dello stato di diritto. In questo senso ho usato l'espressione forte della soluzione finale dello stato di diritto".
ANSA
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