Vuoi sostenere l'esame di maturità? Se sei straniero a Padova ci vuole il permesso di soggiorno.Così recita la circolare urgente diffusa il 4 maggio scorso dalla preside di un istituto professionale di Padova, il Leonardo Da Vinci. E’ una delle ricadute perverse del pacchetto sicurezza.
Una richiesta perentoria: gli alunni sotto elencati devono portare entro domani 5 maggio 2009 una fotocopia del permesso di soggiorno da esibire, su richiesta, alla commissione esami di terza area e depositare nel fascicolo personale, segue l’elenco di nomi.
Così recita la circolare urgente diffusa il 4 maggio scorso dalla preside di un istituto professionale di Padova, il Leonardo Da Vinci. La segnalazione è arrivata al Progetto Melting Pot Europa, ai Cobas Scuola ed all’Associazione Razzismo Stop di Padova che in una conferenza stampa hanno denunciato l’accaduto.
Già negli scorsi giorni, a Genova, un’altra preside era intervenuta durante le lezioni scrivendo alla lavagna i nomi degli alunni senza il permesso di soggiorno.
Oggi tocca anche a Padova, in uno tra gli istituti con la maggior densità di alunni stranieri. E’ una di quelle ricadute perverse del pacchetto sicurezza che comincia a produrre i suoi effetti ancor prima di essere approvato. Era stato così per i medici-spia, quando negli ospedali erano comuncate le segnalazioni degli irregolari, mentre la legge che cancellava il divieto di denuncia era ancora al vaglio del Senato.
Per quanto riguarda la scuola, la legislazione in vigore [per l’iscrizione scolastica è stata inserita una deroga alla richiesta del permesso anche nel pacchetto sicurezza] prevede all’art 45, comma 1, del testo Unico, senza lasciare spazio a dubbi, che i minori stranieri presenti sul territorio nazionale abbiano diritto all’istruzione indipendentemente dalla regolarità della posizione in ordine al loro soggiorno, nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani. L’iscrizione dei minori stranieri nelle scuole italiane di ogni ordine e grado avviene nei modi e alle condizioni previsti per i minori italiani. Essa può essere richiesta in qualunque periodo dell’anno scolastico. I minori stranieri privi di documentazione anagrafica ovvero in possesso di documentazione irregolare o incompleta sono iscritti con riserva. E al comma 2 specifica che l’iscrizione con riserva non pregiudica il conseguimento dei titoli conclusivi dei corsi di studio delle scuole di ogni ordine e grado.
A prescindere dall’avere o non avere il permesso di soggiorno quindi, un minore straniero può iscriversi alle scuole di ogni ordine e grado e la prevista iscrizione con riserva, per chi non è in possesso dei documenti, non può inibire il conseguimento del titolo di studio.
Si presume quindi che al diritto all’iscrizione debba essere conseguente anche un diritto ad ottenere il titolo.
Ma il dibattito intorno l’introduzione del reato di ingresso e soggiorno irregolare sembra aver condizionato qualche preside troppo zelante che preventivamente all’approvazione ha ordinato agli alunni di portare il permesso in vista di una eventuale richiesta della commissione.
Anche se la legge non specifica nessun divieto di richiesta del permesso di soggiorno per gli esami di maturità, rappresenta una discriminazione la richiesta di un qualsiasi documento aggiuntivo a quelli prescritti dalla legge, aggravata proprio dal fatto di avvenire su base etnica. Quando ognuno di noi si iscrive all’anagrafe deve esibire i documenti richiesti, nessuno ha titolo di chiedere per esempio il contratto di lavoro, o se le multe pendenti sono state pagate o un qualsiasi altro certificato. La preside in questione non ha alcun titolo per chiedere un documento non previsto dalla normativa per svolgere gli esami di stato, tantomeno ha il diritto, ma questo attiene ad una presunta deontologia professionale ed alla sensibilità morale, di intimorire senza alcuna motivazione gli alunni prevedendo che la commissione possa richiedere il permesso di soggiorno.
Ma in questo periodo di sicurezza a pacchetti, di respingimenti e negazione dei diritti sembra valere tutto.
Un problema ulteriore sembra quello che riguarda gli studenti stranieri che prima dell’esame di maturità [questo è il caso di Padova] hanno compiuto la maggiore età.
Il diritto all’istruzione è infatti garantito ai minori, ma immaginate cosa vogliia dire studiare per 5 anni per poi vedersi negato il diritto al titolo di studio proprio nel rush finale?
L’Associazione Razzismo Stop ed il Progetto Melting Pot Europa, investiti insieme ai all’Adl Cobas scuola dicono che: «la preside avrebbe dovuto al limite preoccuparsi di proteggere i suoi alunni da eventuali richieste discriminatorie della commissione d’esami, far valere i loro diritti e non a sua volta far ricadere sugli stranieri il problema».
A Padova proprio per sabato 23 maggio, alle ore 16, davanti alla stazione fs, è previsto un happening anti-razzista lanciato dall’Associazione Razzismo Stop e dall’Associazione Difesa Lavoratori, tema della giornata sarà ovviamente l’opposizione al pacchetto sicurezza. L’accaduto non potrà che spostare nuovamente l’attenzione sul tema della scuola, dopo le classi separate e i presidi spia, ora nuovi diritti negati per gli esami di maturità.
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