L'Aquila, 1 mar 2011
In otto hanno dovuto fare i bagagli, abbassare la testa e chiudersi dietro le spalle la porta della nuova Casa dello studente ma non solo, hanno perso il diritto a percepire la borsa di studio di cui sono titolari dovendo, inoltre, provvedere alla restituzione dei mesi fino ad oggi percepiti. La colpa che stanno espiando sei ragazzi e due ragazze è quello di aver fumato una sigaretta nella sala studio dell'ex caserma Campomizzi. La pietra dello scandalo non sarebbe stata in realtà il vizio del fumo, dato che i richiami per cattiva condotta sarebbero stati fatti, e finiti lì, ad alcuni il 23 novembre scorso, ad un altro gruppo il 9 dicembre 2010 ed infine altri a gennaio, piuttosto il 'caso' sarebbe nato dalle parole di un'altra ragazza allontanata a sua volta dalla struttura perché trovata ad utilizzare un fornellino elettrico.Il 'foglio di via' sarebbe stato redatto proprio in seguito all'audizione di quest'ultima ragazza che avrebbe storto il naso per dover lasciare il suo posto letto nella nuova Casa dello studente e la quale avrebbe replicato di non essere stata la sola ad essere stata trovata in violazione con il regolamento e dunque di non dover essere sola lei a pagare andandosene.
La revoca dell'alloggio giunta lo scorso 15 febbraio a 5 ragazzi israeliani, a 2 ragazze di Larino in provincia di Campobasso e ad un abruzzese originario di Penne, farebbe riferimento all'articolo 8 del regolamento interno della struttura studentesca che prevede la revoca del posto letto e della borsa di studio per la detenzione di armi, alcool, sostanze stupefacenti, giovo d'azzardo, la cessione del posto assegnato fino a giungere al fumare negli spazi comuni o all'interno delle proprie stanze.
«Hanno avuto tempo fino al 28 febbraio per lasciare i loro alloggi. Ieri notte alcuni hanno trovato ospitalità da amici altri hanno dormito in alcuni container messi a disposizione dalla Protezione Civile, – le parole di Wania Della Vigna, l'avvocatessa incaricata dai ragazzi di rappresentarli in questa battaglia – ma non è solo il problema dell'alloggio, hanno perso anche la borsa di studio, di cui erano titolari sia per requisiti di merito, sia per i loro redditi quasi alla soglia della povertà, e tale provvedimento sarà retroattivo. Neanche la caparra di 450 euro gli verrà restituita dato che sarà trattenuta per coprire le mensilità della borsa di studio percepite da settembre ad oggi».
«Non c'è un docente universitario al loro fianco – sottolinea la presidente del Comitato vittime della Casa dello studente, Antonietta Centofanti, mobilitatosi a favore degli otto ragazzi – si riempiono la bocca di belle parole ma non fanno nulla per il futuro degli studenti».
«Una città universitaria che deve essere ricostruita non può dimenticare i suoi studenti, li deve proteggere – incalza Della Vigna – è per questo che noi rivolgiamo un appello al Rettore di Orio, gli studenti devono essere protetti anche adesso. Non devono perdere il sogno di laurearsi all'Aquila»
Il commissario straordinario dell'Azienda per il diritto agli studi universitari, Francesco D'Ascanio, sottolinea come si stia già definendo un possibile percorso per risolvere la situazione in cui si sono trovati i ragazzi: «Vedrò tra poco il vice commissario alla ricostruzione Antonio Cicchetti, il quale è sicuro che ci sia una base per trovare una situazione alternativa. Stiamo pensando di muoversi bandendo un nuovo avviso pubblico per ristabilire la situazione ante quo».
Resta da capire se l'atto di revoca degli alloggi sia un atto personale del direttore dell'azienda per il diritto allo studio, Luca Valente, o se sia stato un provvedimento firmato da tutto il Cda.
da Indymedia
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