BERLINO - Per vendicare la sua famiglia sterminata dai nazisti, per quattro anni si è trasformato in uno di loro. Ha mangiato con loro, ne è diventato amico, si è vestito come loro e ha urlato i loro slogan. Lo storico americano ebreo Mark Gould, 43 anni, si è finto neonazi per smascherare l'aguzzino delle SS che aveva ucciso 28 membri della sua famiglia. Zii, cugini, nonni, il suo passato e parte del suo futuro. Ma la storia della vendetta Gould l'ha poi raccontata al quotidiano di Amburgo, la Bild.Dopo averne seguito le tracce, dagli Stati Uniti Gould aveva deciso di trasferirsi in Germania nel 2006. Voleva denunciare la responsabilità nella Shoah di Bernhard Frank, 97 anni, ex Obersturmbannführer di Hitler, che negli anni aveva continuato a praticare indisturbato come 'dottore' e che dalla fine della guerra, viveva tranquillamente in Assia. Gould ne aveva ricostruito il passato, seguito la vita quotidiana, la professione. Frank non era stato un nazista qualsiasi, ma l'ultimo comandante dell'Obersalzberg, il nido dell'aquila sulle Alpi bavaresi, residenza di vacanza di Hitler.
Era stato soprattutto il braccio destro di Heinrich Himmler, capo delle SS che mise in atto la soluzione finale decisa dal Führer. La vendetta di Gould ha cominciato a prendere forma quattro anni fa. Una volta arrivato in Germania aveva iniziato a partecipare a numerose manifestazioni di veterani delle SS in Germania dove era riuscito ad avvicinare Frank. Lentamente l'aveva portato a confidarsi e a intrattenere
un rapporto epistolare con lui.
Era stata la sua firma in una di queste lettere a confermargli che fosse proprio l'uomo che cercava: "Era la stessa apposta sotto l'ordine del 28 luglio 1941 di sterminare gli ebrei", ha raccontato Gould alla Bild. "Se la popolazione è inferiore dal punto di vista umano o della razza, bisogna fucilarli tutti", era il testo del messaggio con il quale Frank ordinò di sterminare la popolazione civile della Bielorussia.
In questi quattro anni, lentamente, Gould è riuscito a parlare con Frank anche di quell'ordine. L'ex Obersturmbannfuehrer gli aveva risposto così: "Non c'è niente da criticare, poiché gli ebrei hanno oppresso i tedeschi e con questo si sono scavati la loro fossa". Poco dopo che lo storico americano ha citato a Frank tutti i nomi dei suoi familiari, sterminati su suo ordine. Un appello agghiacciante di morte. "Sei un mio amico o un mio nemico?", gli ha risposto l'ex SS. Non ha mai avuto altra risposta, se non l'elenco di quei 28 nomi.
La Bild ha appreso da ambienti giudiziari che le autorità americane e la polizia regionale di Wiesbaden hanno aperto un fascicolo su Bernhard Frank, in vista di una possibile incriminazione.
da Antifa.org
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