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giovedì 15 aprile 2010

Un mecenate contro la mafia

Il filantropo Antonio Presti combatte da trent’anni il sistema mafioso siciliano organizzando iniziative culturali, scrive El País.

“Regalo cultura e bellezza senza volere niente in cambio. Fa parte della mia natura. Ma in Sicilia un comportamento del genere è sovversivo. Quando non chiedi niente in cambio, i porci mafiosi non possono eliminarti, i politici non ti possono censurare e la chiesa non ti può frenare”.

Mentre scende dalla magica piramide di acciaio costruita dal suo amico Mauro Stacciol, sulle alture di una montagna da dove si vedono il Tirreno e le isole Eolie, Antonio Presti racconta la sua storia con parole semplici, senza farsi coinvolgere. Con la tranquillità di chi sa di aver già vinto la partita.

Anni fa Presti ha deciso di dedicare la fortuna ereditata da suo padre a combattere il sistema mafioso dell’isola. In che modo? Investendo nella cultura. La sua prima opera è stata Fiumara d’arte. Era il 1982. Presti ha contrattato artisti italiani e internazionali per realizzare sculture da donare ai comuni.

Qualche mese dopo è stato denunciato per costruzione abusiva e appropriazione indebita di terreni. “Ironico, in una regione in cui quasi tutti costruiscono illegalmente”. Nel 2007 un giudice gli ha dato ragione, e ora la Fiumara è legale.

Presti ha ricevuto molte minacce nel silenzio totale dei suoi vicini. Ma non si è mai arreso, e ha continuato la sua crociata culturale.

da Internazionale

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