di informa-azione.info
Sodexo può essere definita la più grande multinazionale della ristorazione al mondo. Gestisce il business degli approvvigionamenti alimentari riguardanti tutti i momenti della civiltà tecno-capitalista, dall'istruzione, al posto di lavoro, alla casa di riposo. Sodexo si occupa di sfamare, ovviamente in modo molto differenziato, il top manager dell'alta finanza, l'operaio in catena di montaggio, il soldato al fronte, il reietto macinato dalla società e digerito nel carcere; passando per i tentativi di munirsi di una facciata presentabile attraverso quei programmi a sostegno degli affamati del sud del mondo, che anche grazie all'operato di aziende di questo stampo, riusciamo a identificare come prettamente funzionali al mantenimento dello stato delle cose.
In Italia Sodexo è stata identificata come responsabile della gestione del servizio mensa di diversi centri di detenzione per migranti, ma i suoi rapporti con il mondo della privazione della libertà e la sua volontà di lucrare sui luoghi di “stoccaggio e smaltimento delle eccedenze umane” travalicano la semplice fornitura di cibo.
Certamente Sodexo si occupa di approvvigionamenti alimentari nei luoghi di detenzione in Francia, Australia, Cile, Spagna, Italia, Portogallo e Olanda, ma ancor più esplicitamente detiene Kalyx, che fino al 12 ottobre del 2006 si chiamava UK Detention Services, Servizi per la detenzione del Regno Unito. Questa industria, pioniere della carcerazione privata, si occupa da più di vent'anni di mercificazione della privazione della libertà.
Attualmente Kalyx gestisce tutta la gamma immaginabile di apparati carcerari: dalla prigione, al centro di detenzione ed espulsione dei migranti (in inglese migrants removal centers), fino ai centri per il post scarcerazione e il cosiddetto reinserimento. La bandiera verde blu di Sodexo-Kalyx, come ignobile vessillo del complesso carcerario industriale, sventola nei luoghi di detenzione di fianco a quelle delle nazioni a cui vende i propri servizi.
La carriera di Sodexo nella speculazione sulla privazione della libertà ha origini antiche e radicate. La compagnia nata nel 1966 a Marsiglia, divenuta in breve leader della ristorazione alberghiera, navale e scolastica, dal 1987 ha intrapreso un preciso e cosciente percorso.
In occasione di un proficuo contratto con il governo francese per la gestione delle mense carcerarie, Pierre Bellon, fondatore della compagnia e tuttora presidente emerito, dichiarava: “Ero solito occuparmi di affari con gli hotel, ma con le carceri si può garantire un tasso di occupazione del 100% ”.
Quindi che Sodexo gestisca la mensa di un centro di detenzione per migranti in Italia, non è un caso, ma la precisa e consapevole volontà di una multinazionale che da decenni comprende il valore aggiunto della privazione della libertà in tutte le sue declinazioni. Oltre a Kalyx, di completa proprietà di Sodexo, la compagnia è anche il maggior azionista di CCA (Corrections Corporation of America) leader mondiale insieme a Geo Group dell'industria della detenzione privata nel mondo. Scuola, fabbrica, banca, guerra, prigioni e lager per migranti... non si lasciano scappare neanche una delle peggiori espressioni di autorità e Capitale.
Le attività di Sodexo, oltre a diverse azioni e sabotaggi in Italia e Francia, hanno esposto la compagnia a numerosi boicottaggi che hanno coinvolto nei soli Stati Uniti oltre 60 università e altre istituzioni. Anche in Australia gli studenti di molti atenei si sono mobilitati per cacciarla dalle loro mense. Oltre agli affari con eserciti e centri di detenzione, a suscitare campagne contro la multinazionale anche le critiche sulla qualità dei regimi alimentari proposti nelle mense scolastiche per bambini, denunciati per esempio nel film Super Size Me e in un documentario del 2004, trasmesso dalla televisione britannica, in cui venivano resi pubblici gli scarsi standard igienici di un'azienda controllata dal gruppo, la Tillery Valley.
Ma giustamente, la maggior parte delle campagne contro Sodexo si concentra sugli affari che la multinazionale fa su guerre e centri di detenzione. Ad aziende che operano in questi settori gli introiti non mancano mai, e la pressione lobbistica che esercitano sulle autorità politiche e legiferanti è un fattore chiave nella comprensione delle correnti che traghettano i vari sistemi detentivi tradizionali nel cosiddetto complesso carcerario industriale: quando ogni detenuto genera profitto è necessario sostenere istanze politiche che incrementino la popolazione detenuta.
[informa-azione.info - bello come una prigione che brucia]
da Indymedia
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