Marocchino morto per strada Il necrologio scuote Ferrara
Sahid Belamel
ROMA -"Ci ha lasciato nell'indifferenza generale dei passanti la mattina di domenica 14 febbraio, festa di San Valentino. Abbandonato in agonia in via Colombo, è morto di freddo". Il necrologio di Sahid Belamel, il venticinquenne di cittadinanza marocchina, immigrato clandestino, morto a Ferrara, è stato pubblicato stamane nella prima pagina della Nuova Ferrara con l'intento di "svegliare le coscienze", spiega il direttore del quotidiano, Paolo Boldrini.
E sembra averlo fatto sul serio, a giudicare dalle lettere e dalle telefonate giunte in redazione. La città è scossa, e sono probabilmente in tanti a chiedersi, come fa il sindaco Tiziano Tagliani, "Se questo è un uomo", e su quale china stia scivolando Ferrara, certo non diversa né peggiore da tante altre città italiane.
Ad aver ucciso Sahid, trovato morto sul ciglio di una strada dopo una notte in discoteca, trascorsa insieme a un gruppo di persone che lo hanno abbandonato nonostante stesse male, non è stato probabilmente il razzismo, e forse neanche il fatto che fosse clandestino. Questa condizione, certo, potrebbe aver influito sulla decisione dei suoi 'amici' di abbandonarlo al suo destino, dopo una frettolosa chiamata a un taxi che non è mai arrivato, o che, se è arrivato, non lo ha preso a bordo.
"Se qualcuno dei presenti sapeva la sua condizione avrà preferito andarsene, perché se hai a che fare con un clandestino e pure tu lo sei o semplicemente sei un immigrato questo ti creerà dei danni: quando arriva la polizia ti chiederanno i documenti... avrai dei guai. E? una delle cause più tragiche della legislazione attuale che criminalizza i clandestini. Non si possono accogliere, non si possono aiutare, si rischia troppo", scrive don Domenico Bedin, sacerdote di "frontiera" che si occupa dei problemi di immigrazione e gestisce un'associazione per la prima accoglienza di chi si trova in difficoltà.
Sahid è però soprattutto una vittima dell'indifferenza: "Quello che sappiamo per certo, che le telecamere hanno ripreso - spiega Boldrini - è che il ragazzo si trascinava, barcollava. Le macchine sfrecciavano, una però si è fermata, ma poi ha accelerato. Non credo che il conducente lo abbia fatto per razzismo, c'era buio, neanche lo avrà visto bene. Il ragazzo si era tolto i vestiti, perché era caduto nel canale, si era bagnato e si era dovuto spogliare". Era nudo, barcollava: i più avranno preferito evitare problemi, o semplicemente scocciature: "Difficile immaginare l?a ssideramento o l?estrema necessità di soccorso alle prime ore del giorno della domenica di uno sventurato che cade nel canale sbronzo e che per salvarsi si spoglia... se vieni da un letto caldo o smonti da una notte di lavoro. Per capire tutto questo è necessario fermarsi, ascoltare, perdere tempo, compromettersi, sporcare la macchina, arrivare in ritardo al lavoro o a messa...", scrive ancora don Bedin.
Ecco perché, scrive mons.Paolo Rabitti, arcivescovo di Ferrara e Comacchio, "anche Ferrara, dopo altre città, entra nel novero delle comunità umane ad alto tasso di disumanità". "Abbiamo pubblicato il necrologio in prima pagina perché è una tradizione della nostra città, come di molte città di provincia - spiega Boldrini - per Sahid non l'aveva chiesto nessuno, e allora l'abbiamo fatto noi, come denuncia, ma anche come omaggio e ricordo".
(rosaria amato)
da Indymedia
Non credo stavolta c'entri il razzismo, brutto dirlo ma avrebbe voluto dire che qualcuno per lo meno s'era fermato.
RispondiEliminaStavolta credo la colpa sia totalmente dell'indifferenza per tutto e tutti, meno per quel che ci interessa, con la quale ormai vaghiamo in un mondo che sento sempre meno mio!?!?