La crisi c’è ancora, ha la faccia di chi ha perso il lavoro o rischia di perderlo, delle aziende che chiudono o rischiano di chiudere. Sono volti e storie che non ci stanno ad essere negati, accantonati per far spazio all’euforia di una ripresa che chissà quando si tradurrà in maggiori certezze di reddito e occupazione.
Mentre in Parlamento si discute una Finanziaria tanto lungimirante da cancellare i fondi per la ricerca, e mentre i cervelli dei ministri fumano per dare vie d’uscita alle disavventure giudiziarie del premier, diverse decine di migliaia di lavoratori e pensionati oggi sfileranno a Roma con la Cgil per chiedere risposte al loro stato che per moltissimi è un dramma. Le risposte le «esigono», come recita il titolo della manifestazione. Arriveranno con tre treni speciali e 750 pullman, e altri si aggiungeranno. Non saranno meno di 60mila in rappresentanza delle centinaia di migliaia che da mesi vivono con le buste paga falcidiate dalla cassa integrazione. Rappresentano il milione di persone che in un anno si è rivolto all’Inps per chiedere il sussidio di disoccupazione. Rappresentano anche l’esercito dei precari che solo in mille hanno ottenuto quel 20% dello stipendio a mo’ di indennità di disoccupazione. Briciole, che tuttavia sono l’unica misura che il governo ha previsto per loro.
«Questo è, ma governo e politica parlano d’altro», ha detto Guglielmo Epifani presentando la manifestazione. «Manca la volontà di affrontare la crisi. E noi non abbiamo altri mezzi per riportare questa emergenza al centro, per ricordarla alla politica, ai mass media e all’opinione pubblica perché abbiano la percezione del dramma dei disoccupati, dei licenziati, dei precari».
L’elenco delle cose da fare nell’immediato non è sterminato: le risposte che la Cgil chiede riguardano innanzitutto la rete di tutele. Quindi: il raddoppio della durata dell’assegno di disoccupazione (dagli attuali 8 mesi a 16 mesi e da 10 a 20 mesi per over 50); il raddoppio della durata della cassa integrazione ordinaria (da 52 a 104 settimane) e l’aumentare del suo massimale.
Un sostegno che andrebbe accompagnato da linee di politica industriale, perché la crisi attuale «non è ordinaria, è una crisi epocale che segna una cesura tra il prima e il dopo». Andrebbero stabilite delle priorità ed evitato «lo stillicidio di misure inefficaci o inutili». Gli interventi per la banda larga, ad esempio, con il loro potenziale moltiplicatore sull’economia, andrebbero fatti. «Non vogliamo la luna, - continua il leader della Cgil, ma tra luna e il niente c’è una bella differenza».
Alla manifestazione di oggi non ci saranno Cisl e Uil che pure di critiche al governo cominciano timidamente a farne. «Uniti saremmo più forti», nota Epifani che continua a «sperare» in un’azione congiunta, almeno contro la crisi. «In ogni caso - conclude - la Cgil non rinuncerà a fare la propria parte». Saranno invece in piazza le forze di opposizione. Per il Pd sarà presente il vice segretario Enrico Letta, mentre il leader Pier Luigi Bersani invierà un messaggio. Adesione dell’Idv, del Pdci, Sinistra e Libertà. E da moltissime realtà a partire dall’Arci e dall’Unione gli studenti medi e quella degli universitari.
Sul palco di piazza del Popolo prima di Epifani prenderanno la parola sei lavoratori e lavoratrici che porteranno la loro esperienza, quella dell’Italia in crisi. Sono di Eutelia (Roma e Milano), di Alcoa (Sardegna) di Nestlè (Parma), di un call center Omega (Toscana), di Salfin informatica (Campania, del call center P2p (Sicilia).
http://www.unita.it/news/economia/91210/crisi_e_lavoro_la_cgil_in_piazza_a_roma
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