Due esplosioni hanno colpito la base della forza di pace dell’Unione africana (Ua) di stanza a Mogadiscio, uccidendo 14 persone. La missione dell’Ua è presente nel paese per difendere il debole governo somalo dalle continue minacce dei ribelli islamici. Tra le vittime c’è anche il coordinatore della missione. L’attacco è stato rivendicato da Al Shabaab, il braccio armato di Al Qaeda in Somalia, ed è avvenuto dopo che i miliziani hanno imposto nuove condizioni per il rilascio di uno dei due consulenti della sicurezza francesi sequestrati a luglio. -Mail & Guardian, Sudafrica
I leader dell’Unione europea raggiungono un accordo sui bonus prima del G20.
I capi di stato e di governo dell’Unione europea, riuniti ieri nel Consiglio europeo di Bruxelles, hanno raggiunto un accordo sulla possibilità di annullare i bonus concessi ai manager bancari in caso di risultati negativi della banca, e di introdurre una clausola di rimborso, equivalente a una sanzione, per i premi ingiustificati. In questo modo si vuole colpire una delle cause principali dell’attuale crisi finanziaria. L’Unione proporrà di introdurre il limite sui bonus durante il vertice del G20 che si terrà a Pittsburgh il 24 e il 25 settembre. -Le Monde, Francia
***
Almeno 25 morti in un attentato suicida in Pakistan.
Almeno 25 persone sono morte e decine sono rimaste ferite in un attentato suicida a Kohat, una città che si trova a 150 chilometri da Islamabad, nel nordovest del Pakistan. L’attacco è avvenuto nell’area di un mercato e ha distrutto anche molti negozi. Kohat è una città a maggioranza sciita vicina alle zone tribali al confine con l’Afghanistan. Gli attacchi contro gli sciiti fanno parte della strategia dei ribelli taliban per rovesciare il governo. -Dawn, Pakistan
***
Massacri di civili nello Yemen.
L’aviazione yemenita è accusata di aver ucciso almeno 85 persone in un raid su un campo profughi nella provincia di Saada, nel nordovest del paese. La maggior parte delle vittime sono donne e bambini. L’attacco rientra nell’escalation di violenza in corso nella regione a causa degli scontri tra i gruppi ribelli sciiti e l’esercito. Le organizzazioni umanitarie internazionali hanno lanciato l’allarme per i profughi yemeniti, che sono più di centomila, costretti a vivere in campi d’accoglienza in zone di montagna. -The Guardian, Gran Bretagna
da Internazionale
Nessun commento:
Posta un commento