Una donna di trentasette anni di Tortoreto (TE) tre anni fa ebbe con il suo partner un rapporto sessuale terminato con la rottura del preservativo.Si rivolse a quattro diverse strutture chiedendo la somministrazione della pillola del giorno dopo, ottenendo quattro rifiuti: quei rifiuti, dice, sarebbero stati la causa di una gravidanza indesiderata. Suo figlio non è stato mai riconosciuto dal padre, e ora la donna ha deciso di intentare causa alla ASL di Teramo, chiedendo mezzo milione di danni. La ASL si difende sostenendo che la donna si era rifiutata di sottoporsi a una visita ginecologica preliminare, e che comunque avrebbe sempre potuto ricorrere all’aborto.
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