Roma. Archiviata l’inchiesta stralcio sulla morte del banchiere Roberto Calvi trovato impiccato sotto il ponte dei Frati Neri a Londra il 18 giugno del 1982. Il procedimento aveva chiamato in causa l’ex capo della massoneria Licio Gelli, lo svizzero Albert Hans Kunz sospettato di aver aiutato il banchiere ad espatriare ed il boss Gaetano Badalamenti, morto nel 2004.
Il gip del Tribunale di Roma Maurizio Silvestri accogliendo la richiesta della procura ha definitivamente archiviato il procedimento.
Secondo il gip non sussistevano indizi sufficientemente validi per sostenere che l'ex capo della
Loggia P2 avesse svolto un ruolo "nella fase ideativa, prima, ed esecutiva, poi", dell'omicidio di Calvi e mancano anche indizi su "un suo possibile movente all'eliminazione".
Il gip nelle motivazioni spiega della "accertata conoscenza e dei consolidati rapporti" che l'ex capo della P2 ha avuto con personaggi sospettati dell'omicidio, come Pippo Calò e Flavio Carboni.
Ma secondo il giudice "deve essere considerato che nessuna delle persone sentite nel corso delle indagini preliminari ha potuto testimoniare per scienza diretta una supposta partecipazione di Gelli all'omicidio Calvi".
Nel decreto di archiviazione il giudice cita anche la testimonianza dei pentiti Francesco Marino Mannoia, Gaspare Mutolo e Antonino Giuffrè, che "seppure ha consentito di supporre che Gelli fosse interessato ad evitare che Calvi esercitasse il suo potere ricattatorio in ordine alla provenienza del denaro affidatogli, non ha tuttavia permesso per l'assenza di indicazioni concrete, di accertare se, effettivamente l'indagato avesse consegnato al banchiere somme di denaro mai restituitegli".
Il gip ha scritto inoltre che nella valutazione della posizione degli imputati ha influito l’esito del troncone principale del processo che si è concluso il 6 giungo 2007 con l’assoluzione di Flavio Carboni, Pippo Calò, Ernesto Diotallevi e Silvano Vittor, oltre a quella di Manuela Kleinszig. Contro le assoluzioni la Procura ha presentato appello, anche perché è in corso un altro troncone dell'inchiesta con altri indagati che conduce alle Bahamas. In alcuni conti bancari della capitale Nassau sarebbero spariti centinaia di milioni di dollari accumulati alla fine degli anni Settanta da Calvi e altri personaggi come il finanziere Michele Sindona e l' ex presidente della banca vaticana, monsignor Paul Marcinkus. Nel 2006 il quotidiano inglese The Observer aveva riportato la notizia che grazie alle pressioni del ministero degli Esteri britannico la polizia di Scotland Yard era riuscita a individuare a Nassau conti correnti dove sarebbero transitati una parte dei milioni «spariti» con il crack del Banco Ambrosiano. Potrebbe essere nascosta nei conti bancari delle Bahamas la verità sul delitto di Roberto Calvi.
da Indymedia
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