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sabato 20 giugno 2009

I fatti sono sacri, e di tutti

“Il commento è libero, ma i fatti sono sacri”, è la frase di C. P. Scott che campeggia sulla pagina degli editoriali del Guardian. “I fatti sono sacri, e di tutti”, ha aggiunto il direttore del quotidiano lanciando il progetto Datastore, che ha come obiettivo trasformare i lettori del giornale in citizen journalist che producano video, articoli, grafici, inchieste. “Pubblicheremo ogni giorno”, dice il direttore Alan Rusbridger, “le statistiche e i dati che stanno dietro le notizie, e renderemo facile prenderle dal sito, in qualsiasi formato. Lo facciamo in nome della libertà di circolazione delle informazioni”.

“Non è un processo monodirezionale. Vi chiediamo di utilizzare questi dati come volete, e poi farci sapere”. Il Guardian ha lanciato anche un concorso, che mette in palio una videocamera digitale per il miglior prodotto giornalistico realizzato con i dati messi a disposizione dal giornale. Tra i primi documenti pubblicati, le statistiche sul debito pubblico Usa dal 2001 a oggi e i risultati del censimento sulla popolazione della Gran Bretagna.

Seguendo la sua nuova filosofia, il Guardian ha messo online l’intero database delle spese e dei rimborsi richiesti dai parlamentari britannici e che hanno scatenato uno dei più gravi scandali politici degli ultimi anni. Quasi diecimila pagine di dati e numeri messe a disposizione dei lettori, perché siano analizzate, esaminate e spulciate una per una.

da Internazionale

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