giovedì 18 giugno 2009
Carceri, emergenza sovraffollamento: la disumanità del sistema e di chi lo governa
Di fronte alla condizione drammatica di vita nelle carceri italiane, di fronte a ventimila persone che non hanno un letto dove dormire, alla incarcerazione di massa di persone con problemi di droga, di adattamento sociale, di integrazione, il ministro Alfano si erge a duro repressore della criminalità sostenendo che non si tornerà indietro a inutili perdonismi. In un Paese cattolico speriamo che insorgano le coscienze.Il Piano carceri del Ministero è una bufala visto che in tre anni e mezzo si prevede di creare 12 mila posti letto mentre ne ben 57 mila con questi ritmi di crescita. Inoltre il Piano per quasi i due terzi è privo di copertura finanziaria. Il coinvolgimento dei privati non è dimostrato da nessuna parte.
La soluzione è un’altra. Il 38% dei detenuti è dentro per aver violato una sola norma penale: quella che vieta la detenzione e lo spaccio di droghe. Basterebbe avere il coraggio – come stanno facendo molti paesi occidentali, ultima l’Inghilterra – di avviare politiche di depenalizzazione e di decarerizzazione dei tossicodipendenti. Basterebbe inoltre non punire con la galera quegli stranieri che non ottemperano all’obbligo di espulsione.
Tutto il resto sono chiacchiere. Se non si interviene con saggezza e lungimiranza la situazione tornerà esplosiva come era negli anni settanta e inizio ottanta
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