sabato 6 agosto 2011
Arrestate il Ministro dell’Assassino dei Sogni
Piergiorgio Morosini, Gip a Palermo e segretario di Magistratura Democratica, ha affrontato la delicata questione delle responsabilità oggettive del giudice che pronuncia una sentenza di condanna e costringe una persona a entrare in un penitenziario dove le condizioni di vita sono, di per sé, un reato. Parole pronunciate durante la conferenza stampa di presentazione di una lettera inviata a tutti i senatori e i deputati: “Noi magistrati, se non si pongono rimedi a questa situazione nelle carceri di oggi, dobbiamo iniziare a pensare anche a forme istituzionali di obiezione di coscienza”. E ancora: “ Senza interventi da parte della politica, alla coscienza del giudice penale non resta che una sola strada: quella di astenersi dal mandare in carcere le persone”.
(Fonte: “La Repubblica” 14 luglio 2011)
E’ da anni che sostengo che la legalità prima di pretenderla bisogna darla e che il carcere nel nostro paese è uno dei luoghi più illegali, persino più di “Scampia” a Napoli.
In carcere lo Stato non è assente, non esiste proprio.
E le poche volte che esiste, non rispetta le sue stessi leggi.
Uno Stato che permette di mettere 4 persone in una cella singola è uno Stato fuorilegge.
Qui in carcere niente è giusto.
Non puoi vivere, puoi solo pensare di vivere.
E se riesci a sopravvivere rischi di diventare più criminale di quando sei entrato.
Il carcere in Italia è la terra di nessuno, dove lo Stato delinque più di qualsiasi altro fuorilegge.
Bene hanno fatto gli avvocati Guariente Guarienti e Fabio Porta di Verona che hanno denunciato il Ministro della Giustizia per maltrattamenti e abuso di autorità contro arrestati o detenuti (art. 572 e 608 del codice penale) con questa motivazione:
-L’articolo 27 della Costituzione è sistematicamente violato in tutte le carceri italiane nel comma che testualmente dichiara “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità”. Ci chiediamo come possa essere rispettato il senso di umanità quando le persone sono costrette a vivere in una gabbia, dormire in quattro letti a castello, alternarsi, due in piedi, due a letto, perché in quattro non possono stare in piedi contemporaneamente; ciascuno a ha disposizione tre metri quadrati. Pensiamo a come possano vivere in questi giorni d’estate quando la temperatura può arrivare a 35-40 gradi.
Ricordo che solo incentivando l’inserimento dei detenuti si può sconfiggere sia la piccola che la grande criminalità, ma la P2, la P4 e tutti i poteri forti non vogliono, perché poi a chi darebbero la colpa che tutto va male?
E i mass media parlerebbero anche di loro.
Signori giudici, mi raccomando, non arrestate per davvero il Ministro della Giustizia perché qui in carcere non abbiamo posto anche per lui.
Signor ministro fuorilegge, stavo dimenticando di dirle che nelle carceri nel primo semestre 2011 ci sono stati
34 suicidi, 532 tentati suicidi, 2583 autolesioni, 3392 proteste (Fonte: UILPA Penitenziari).
Sempre peggio
“Un falco a Via Arenula. E’ Francesco Nitto Palma, il nuovo Guardasigilli. Fedelissimi di Berlusconi, amico di Cesare Previti.” (Fonte: “Liberazione” 28 luglio 2011)
Il processo lungo è stato approvato al Senato.
- Tranne che nei processi di mafia e terrorismo, non si potranno più utilizzare le sentenze definitive nei nuovi dibattimenti. E il giudice non potrà più respingere le liste dei testimoni presentate dalla difesa.
In questo modo per gli imputati corrotti e corruttori, potenti, ricchi, incensurati e mafiosi avranno più possibilità di non essere condannati perché i loro processi andranno in prescrizione.
Sembra che i politici di maggioranza vogliano essere la più potente mafia italiana.
E ci stanno riuscendo.
Molti politici parlano di mafia, ma non dicono nulla del perché esiste la criminalità organizzata.
Non dicono che la fanno esistere loro.
Non dicono che senza la mafia politica non esisterebbe nessun tipo di mafia.
Non capisco perché i cittadini, veramente onesti, che si alzano al mattino per andare a lavorare, non si ribellino e lascino dire queste cose a me che sono un avanzo di galera.
C’è ancora peggio:
- Il testo torna alla Camera, da dove era partito, con un altro oggetto: l’esclusione del rito abbreviato e dei benifici penitenziari per i reati puniti con l’ergastolo. (Fonte: Corriere della Sera 30 luglio 2011)
In questo modo non solo gli ergastolani ostativi ma anche tutti i condannati all’ergastolo diventeranno ostativi ai benefici e non potranno più uscire dal carcere.
Questa, sotto un certo punto di vista, è una buona notiza, perché ora tutti gli ergastolani smetteranno di aver paura di morire in carcere, perché ne avranno la certezza.
E la libertà comincia là, dove non si ha più paura.
D’altronde la paura di non uscire dal carcere ti può rovinare la vita, invece forse la certezza di morire in una cella ti può rendere più libero e combattivo.
Per essere liberi bisogna saper rischiare. La libertà è un rischio. (Rossana Rossanda)
Lettera aperta alle vittime dei reati
La prima vittima di un delitto è chi l’ha commesso (Dostoevskij)
Dovrebbe essere più facile amare che odiare e dovrebbe essere meno doloroso perdonare che chiedere giustizia per pretendere vendetta.
L’uomo dovrebbe essere più dei reati che ha commesso, perché il male si sconfigge con il bene e non con altro male.
Nella vendetta, anche quando è prevista dalle legge, non ci potrà mai essere giustizia. Invece può nascere più bene dal perdono che dalla certezza della pena.
Chi cerca giustizia non dovrebbe desiderare il male degli autori dei reati.
Invece molte persone chiedono giustizia, ma in realtà vogliono vendetta perché chi cerca veramente giustizia dovrebbe chiedere solo la verità processuale del reato che ha subito.
Nella vendetta, anche quando è prevista dalle leggi e dal consenso popolare, non ci potrà mai essere giustizia.
Se vuoi veramente punire un criminale, perdonalo, se invece lo vuoi fare sentire innocente, tienilo dentro.
Il perdono ti punisce più di qualsiasi pena.
Per questo molti criminali hanno più paura del perdono che della vendetta sociale.
Una pena senza perdono, senza speranza, senza un fine pena, una pena disumana come il carcere a vita senza possibilità di liberazione, non potrà mai rieducare nessuno.
L’ergastolo ostativo irrevocabile assume il significato della vendetta come la pena di morte.
Dopo molti anni non dovrebbe importare a nessuno chi eravamo, sarebbe più importante sapere chi siamo adesso.
Neppure Dio potrebbe condannare una persona per sempre.
Se lo facesse, smetterebbe di essere Dio e diventerebbe solo una persona “perbene” con la fedina penale pulita e che va tutte le domeniche a messa.
Carmelo Musumeci
Carcere Spoleto
Agosto 2011
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