di Angelo Cleopazzo
Con le elezioni regionali concluse si apre per il Paese una fase nuova:
un’orda barbarica scatenata dal populismo mediatico,dagli interessi della plutocrazia industriale del Nord,dalla mediocrità dell’intera classe politica,dal clima culturale nazionale(ignoranza e abiura delle memorie dei nostri padri e delle loro conquiste),disgregazione sociale,impoverimento generale e dispersione del patrimonio giuridico che garantiva il lavoro ,il diritto al lavoro e sul lavoro.
Da queste regionali il partito separatista,fascista e xenofobo della Lega Nord ne esce come vero trionfatore. La grave responsabilità dei governi del Sud Italia è quella di non capire la portata del pericolo che questa vittoria rappresenta per le popolazioni del Sud. Solo Puglia e Basilicata mantengono la governance mentre nessun altra regione del Mezzogiorno può dare la giusta reazione all’assemblarsi di questione settentrionale e questione meridionale.
Parte dalla Puglia il riscatto del meridione d’Italia,parte da qui una storia nuova di partigianeria e di resistenza alla degenerazione delle istituzioni ed alla privazione dei diritti che ne derivano. Il sistema politico meridionale deve per questo sfuggire alle tendenze populistiche che generano un qualunquismo inedito che premia l’indifferenza dei singoli.
Una nuova primavera di partecipazione deve rendere i partiti nuclei pulsanti di richiesta ed elargizione di diritti negati. Strutturazione interna, confronto dialettico e riappropriazione delle realtà locali produrranno una nuova classe di rappresentanti che concepirà le riforme per garantire un sistema di sviluppo sostenibile. Parte dalla Puglia una socializzazione dei problemi del Mediterraneo e una preparazione appassionata dei rimedi. Allargare l’orizzonte della critica e la base del confronto è esiziale ma senza la giusta tensione morale ogni sforzo sarà vano. Occorre “agire locale” per tornare nel Parlamento centrale e sperimentare forme nuove di contaminazione dell’opinione pubblica. Gli individui dovranno guardare alla politica come all’unica via d’accesso per una vita migliore e non come si guarda ad una porcheria.
Rovesciare i termini del populismo significa passare dal: “i politici sono tutti uguali e quindi fanno tutti schifo” al ”io che faccio per migliorare la salute pubblica del mio Paese”?. Solo così da populisti diventiamo popolo, parti di un tutto che avanza e marcia indefessamente verso nuove libertà. Contro l’oscurantismo medievale del berlusconismo e l’arrogante ignoranza della Lega Nord si lotta per la promulgazione di cultura e sentimentalismi di uguaglianza e fratellanza. Al buio si risponde con la luce che i giovani del Sud devono trasmettere, dal lucido dei loro occhi, alla volontà ferrea di non abdicare alla vita, di resistere e lottare per la difesa dei propri vitali interessi per un Sud libero, pulito, culturalmente preparato per fronteggiare le sfide titaniche dell’ora.
Svegliamoci dal torpore , per l’Italia intera.
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