del prof. Luigi Bosco
C’era una volta una terra con tanti problemi. Ma la gente era bella e antica, ospitale e accogliente, anche se da troppi secoli abituata a essere dominata, dolcemente impigrita dal conforto del sole e di due splendidi mari.
Una giorno un coniglio dolce con il pelo grigio e l’orecchino fu baciato da quella gente e trasformato in principe. Arrivò al castello carico di entusiasmo e di idee, ma in una stanza trovò una tavola imbandita e diverse volpi e maiali che avevano già cominciato a mangiare. Non ebbe il coraggio di mandarli via, forse era pavido, forse pensava che il bacio della sua gente rendesse pulito tutto ciò che accadeva nel castello. Sbagliò e tante volte se ne sarà pentito.
Quando si decise a cacciare il maiale balbuziente e la volpe che veniva d’oltralpe, qualcuno disse che era tardi e forse aveva ragione.
La volpe più vecchia ed astuta sotto dei baffetti irridenti disse al coniglio che doveva andar via, e non chiedere altri baci alla gente della sua terra. Così anche l’ermellino bianco che non sopportava il coniglio dolce avrebbe potuto sedersi a tavola con loro. E dietro una tenda già si vedevano ridere sfregandosi le mani il maiale balbuziente e la volpe straniera.
Ma il coniglio dolce rimase li e chiese alla sua gente di baciarlo di nuovo.
Io non so come finì la storia, e se anche questa volta ci fu un lieto fine, e non sono nemmeno sicuro di sapere quale fosse il lieto fine.
Io che a nessun banchetto pubblico ho mai partecipato penso che per fermare lo squalo azzurro che si sta mangiando la terra di tutti noi, occorre puntare tutto sulla pulizia e la bellezza.
In quella terra il coniglio dolce era l’animale più bello e pulito da baciare.
Io sto con il coniglio dolce, io sto con Nichi Vendola.
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