Niente lusso ostentato, eleganza composta, qualche papillon e palchi vuoti in barcaccia e platea largamente ridotta per far spazio a quasi duecento elementi tra orchestra e coro che hanno dato vita, anima e passione in musica all’inaugurazione del nuovo Teatro Petruzzelli. I buchi vuoti tra le poltrone si vedono anche dall’alto del quinto ordine, mancano numerosi consiglieri comunali e assessori, ai quali sono stati riservati i palchi di primo e secondo ordine.
La platea è puntellata da fasce tricolori, presenti numerosi sindaci della provincia di Bari. Poi onorevoli (Massimo D’Alema per il Pd e Antonio Distaso per il Pdl), l’europarlamentare Barbara Matera elegantissima in un abito Blumarine. In prima fila le autorità massime, Alfredo Mantovano, Enrico Letta, Raffaele Fitto, il prefetto di Bari Carlo Schilardi e poi Michele Emiliano accompagnato dai due figli piccoli, il presidente della provincia di Bari con Umberto Veronesi, e il governatore Nichi Vendola con la mamma.“Per me oggi è una delle giornate più emozionanti della mia vita – ha ricordato Vendola prima di entrare in teatro -. Io ricordo all’inizio della mia carriera politica la battaglia per chiedere verità è giustizia su chi aveva bruciato questo teatro e poi la battaglia per la ricostruzione e la rabbia di tanti anni di fronte all’incapacità anche di aggiungere un mattone alla cenere. Oggi è cambiata la storia, è cambiato il vento e abbiamo questo nuovo meraviglioso teatro per la città di Bari e per la Puglia. Il Petruzzelli dovrà essere all’altezza della sua storia migliore, non dovrà essere luogo del provincialismo ma un luogo della cultura del mondo”.
Un grande sospiro di sollievo lo ha tirato a fine concerto il sindaco di Bari Michele Emiliano, che della Fondazione Petruzzelli è anche il presidente.
“Il sindaco era l’unica autorità che non si limitava a partecipare ma organizzava l’evento: come spesso accade mentre gli altri si divertono il sindaco ha la responsabilità di seguire tutto quello che avviene. Ora mi sto rilassando, mi sto godendo –ha ricordato Michele Emiliano alla fine della IX di Beethoven - la felicità che tutto sia andato bene. Ma è la prima volta nella mia vita che questa giornata finirà a mezzanotte di domani (oggi ndr), perché senza l’inaugurazione con gli operai e i cittadini sorteggiati questa giornata non può finire. Chiederemo il permesso a san Francesco e san Nicola di fare in modo che domani ci sia una continuità assoluta con questa giornata importante. Le mie emozioni di domani completeranno questa grande soddisfazione e questa grande gioia.
Ora smettiamola di guardare ai dettagli come spesso abbiamo fatto in questa città, di guardare agli interessi privati: dobbiamo pensare allo Stato, al bene comune. Gli italiani sono stanchi di vedere la politica che pensa agli interessi particolari: chi ha conflitti deve lasciare il passo a chi può governare la cosa pubblica con maggiore serenità. E dobbiamo affrontare le istituzioni con sobrietà e semplicità. Non occorrono formalismi: anche questa sera credo che nessuno abbia avuto l’impressione di un evento mondano. Questo era un evento civile, come può esserlo l’inaugurazione di un ponte di una scuola: non c’era nulla da esibire ma testimoniare la rappresentanza di una comunità. Certo io avrei preferito fare prima l’inaugurazione con gli operai e i cittadini, ma il governo ci ha chiesto di applicare il cerimoniale e noi lo abbiamo fatto”. Sulla mancata presenza della famiglia formalmente proprietaria del teatro, i Messeni Nemagna, il Sindaco di Bari glissa: “Io non li rappresento e quindi non ho motivo di parlarne”.
“Sono contento di aver interpretato un’emozione larga, - ha commentato Nichi Vendola, autore di un discorso breve ma che ha scatenato un applauso che non accennava a fermarsi - un’emozione laica e spirituale insieme, perché quando ti riprendi un luogo che è una radice, che è un’anima che è una storia, che è una tradizione e non è solo un palcoscenico, ma è una possibilità di educazione e di incivilimento, quando ti riprendi un frammento di bellezza che ti è stato strappato dalla pelle, questa è una bella notizia. E siccome il Sud talvolta è raccontato solo attraverso le cattive notizie, quando lo puoi raccontare attraverso le buone notizia bisogna essere orgogliosi”.
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